Il troncamento è il fenomeno per cui si verifica la caduta della sillaba e della vocale finale di una parola all’interno della frase, ma a differenza dell’elisione, esso non è rappresentato da alcun segno nella scrittura. Da un punto di vista logico si dovrebbe comunque differenziare i casi in cui cade una vocale e quelli in cui cade un’intera sillaba.
I casi in cui cade una sola vocale sono più complessi perché ingenerano confusione con il fenomeno dell’elisione. Per esempio, qual è si deve considerare troncamento (e allora non ci va l’apostrofo) o elisione?
Come ricordarsi se trattasi di elisione o di troncamento? Una regola pratica ci dice che dobbiamo chiederci se potremmo usare la forma anche davanti a una parola che inizia per consonante. Per esempio, si può dire qual buon vento ti porta, quindi qual è un troncamento e scriveremo perciò qual è anche quando è seguito da vocale.
Capire l’elisione e il troncamento permette di spiegare perché si usa l’apostrofo con l’articolo indeterminativo davanti a un nome femminile. Infatti, applichiamo la regola pratica precedente. Davanti a un nome o a un aggettivo si deve usare il raffronto fra parole dello stesso genere. Nessuno si tronca davanti a un nome maschile perché si può dire nessun personaggio quindi si scriverà nessun albero (senza apostrofo, è un troncamento!), ma si scriverà nessun’amica (è un’elisione!) perché non si può dire nessun sedia!
Il troncamento è obbligatorio con gli aggettivi maschili bello, buono, santo riferiti a nomi che iniziano per consonante e introdotti dagli articoli il e un (un bel cane, il San Raffaele, un buon partito ecc.), con gli articoli indeterminativi e gli indefiniti derivati da -uno davanti al maschile (alcuno, ciascuno, nessuno; per esempio nessun uomo), con alcuni nomi come frate e suora (fra Cristoforo, suor Vincenza), con i toponimi costruiti con valle, torre, colle, piano, casa e simili (Pian dell’Armà), coi sostantivi usati come titoli, seguiti da nome proprio (il professor Rossi).
In particolare, il troncamento si può attuare se davanti alla vocale finale che si vuole eliminare c’è una delle seguenti consonanti: “l” “m”, “n”, “r”.
Il troncamento è possibile, ma non obbligatorio in altri casi (una gran occasione, ma anche una grande occasione).
Come detto, il troncamento non andrebbe mai segnalato con l’apostrofo, ma è corretto indicare come troncamento (e l’apostrofo ci vuole) anche le forme po’ (cade la sillaba-co), di’ (cade la sillaba -ci), mo’ (cade la sillaba -do di modo).
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