Il modo più comune per ottenere il femminile dei nomi a genere differenziato è sostituire la desinenza del maschile (-o, -e) con la desinenza -a (amico, amica; cameriere, cameriera). Vi sono però alcune eccezioni:
- il nome che ha il maschile in -e conservano la stessa forma al femminile (insegnante, giovane);
- alcuni nomi con il maschile in -o/-e/-a (soldato, leone, poeta) e il femminile in -essa (soldatessa, leonessa, poetessa);
- una classe ristretta di nomi presenta il maschile in -tore/-sore (direttore, persuasore), e il femminile in -trice/-itrice (direttrice, persuaditrice); ma dottore fa dottoressa e si ricorre alla desinenza -tora in casi come pastora, impostora, tintora;
- in alcuni nomi il femminile si ottiene con il suffisso -ina, senza che questo abbia un reale valore diminutivo (gallina, eroina, regina, zarina).
Casi particolari:
- dio/dea
- abate/badessa.
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