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L’interpunzione

Il testo sottoriportato è protetto dal diritto d’autore e ogni riproduzione (cartacea, elettronica, in Internet) deve essere esplicitamente autorizzata per evitare di incorrere nelle sanzioni previste dalla legge.

Grazie all’interpunzione (punteggiatura) possiamo separare i vari elementi che costituiscono un testo, rendendo più chiara la struttura sintattica. Spesso l’uso dei segni di punteggiatura è un fatto personale, anche se esistono regole specifiche per ogni segno che è opportuno non infrangere.

Il punto (.), o “punto fermo”, si usa a conclusione di una frase o di un periodo e nelle abbreviazioni (sig., sig.ra ecc.). Quando la frase si chiude con un’abbreviazione, il punto della parola abbreviata fa anche da punto fermo, pertanto è un’imprecisione mettere due fermi in una frase che si conclude con ecc.: agrumi sono l’arancia, il mandarino, il limone ecc.

La virgola (,) indica una pausa breve e si usa per esempio:

  • negli elenchi
  • prima di un’apposizione, cioè di un sostantivo che determina un nome (Ho mangiato la trippa, piatto tipico toscano)
  • per separare tra loro alcune proposizioni (Benché sia arrivato presto, non ha trovato posto)
  • per delimitare un inciso (Mario è, senza alcun dubbio, un grande giocatore)
  • dopo le espressioni sì e no (no, non andrò a scuola!)
  • per separare proposizioni; le regole vengono definite dalla relazione fra le proposizioni; per esempio la virgola si usa fra proposizione dipendente e reggente purché non siano strettamente connesse (se fossi ricco, comprerei una barca, ma non devi stare al sole se non vuoi scottarti) oppure fra proposizioni indipendenti che per connessione logica simulano un elenco (andai a scuola, feci il compito in classe e presi un bel voto)
  • dopo le frasi introduttive (visto che è tardi, vado a dormire)
  • dopo interiezioni, esortazioni e complementi di vocazione (Maria, guarda cosa ti ho comprato!)

La virgola, invece, non si usa per separare il soggetto dal verbo, a meno che non ci sia un inciso (es. Luca, va a casa è sbagliato; Luca, che abita lontano, va a casa è corretto). Analogamente è un grave errore usare la virgola fra nome e aggettivo (il bel fiore) o comunque elementi connessi fra di loro senza incisi (a Mario piace il calcio, ma a Mario, oltre al basket, piace il calcio)

Il punto e virgola (;) è un segno più forte della virgola e meno forte del punto fermo. Si usa per separare periodi piuttosto lunghi e complessi in cui tuttavia non ci sono stacchi logici così netti da richiedere il punto fermo. In molti casi la distinzione fra punto e virgola e punto fermo è una questione di stile personale.

I due punti (:) si usano per introdurre il discorso diretto oppure una spiegazione o precisazione di quanto detto immediatamente prima.

Il punto interrogativo (?) indica una domanda.

Il punto esclamativo (!) indica un’esclamazione, oppure un ordine o un’invocazione.

I puntini di sospensione […] si usano quando non si vuole completare una frase perché sarebbe superfluo (a buon intenditor…) oppure quando si interrompe il discorso o si cambia la frase dopo averla iniziata.

Le virgolette (” “) si impiegano sempre in coppia per delimitare il discorso diretto, citare le parole esatte dette da un’altra persona o lette, mettere in evidenza una parola usata con un significato particolare, indicare il titolo di un’opera.

Il trattino (-) si usa per delimitare un inciso in maniera più netta rispetto alle virgole (il merito – si sapeva – era tutto suo), con alcuni composti, soprattutto quando la composizione è occasionale (è un comportamento anti-sportivo), tra due nomi propri quando sono messi in rapporto (la collezione primavera-estate).

Le parentesi [( )] si usano per delimitare un inciso quando esso contiene un’informazione aggiuntiva, non indispensabile per la comprensione della frase, oppure se è molto lungo e potrebbe far perdere il filo del discorso.

 

Manuale di cultura generale – Italiano – L’interpunzione – Continua

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