Il verbo è una parte del discorso variabile che indica un’azione che il soggetto compie o subisce, l’esistenza o uno stato del soggetto o il modo di essere del soggetto.
Le forme del verbo cambiano a seconda del soggetto, del modo, del tempo, della forma attiva o passiva. La variabilità di forme di un verbo costituisce la sua coniugazione. Per la formazione dei tempi composti i verbi utilizzano gli ausiliari avere o essere, per la formazione delle forme passive (dove il soggetto non è l’agente dell’azione, ma la subisce) l’ausiliare essere.
I verbi vengono classificati in base alla desinenza dell’infinito:
- prima coniugazione -are (raccontare);
- seconda coniugazione -ere (scrivere);
- terza coniugazione -ire (partire).
Il modo di un verbo indica l’atteggiamento che chi parla instaura con chi ascolta, l’atteggiamento di chi parla relativamente alla propria comunicazione.
I modi veri e propri sono quelli finiti:
- indicativo (presenta la realtà vera o falsa di un fatto): presente (io canto), imperfetto (io cantavo), passato prossimo (io ho cantato), passato remoto (io cantai), trapassato prossimo (io avevo cantato), trapassato remoto (io ebbi cantato), futuro semplice (io canterò), futuro anteriore (io avrò cantato);
- congiuntivo (presenta un fatto valutato non secondo verità, ma in base a desiderio, timore, volontà o supposizione): presente (che io creda), imperfetto (che io credessi), passato (che io abbia creduto), trapassato (che io avessi creduto);
- condizionale (indica un condizionamento concreto o virtuale sulla realtà di un fatto o di un’azione): presente (io crederei) e passato (io avrei creduto);
- imperativo: presente (finisci!).
Si distinguono anche modi indefiniti: infinito (servire), participio (servito), gerundio presente (servendo), gerundio passato (avendo servito).
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