La nozione di complemento comprende tutti i costituenti della frase, a esclusione di soggetto e predicato. I complementi sono di tre specie (diretto, indiretti e circostanziali):
- il complemento diretto, o complemento oggetto, completa il significato espresso dal predicato, senza alcuna preposizione che l’unisca allo stesso predicato (Luigi mangia una mela);
- i complementi indiretti completano indirettamente il senso espresso dal predicato, con (ma non sempre) una preposizione (io vado a Genova).
Si possono considerare indiretti anche i complementi circostanziali che completano l’informazione del predicato verbale intorno alle circostanze in cui si verifica l’azione. Il complemento prende quindi il nome dalla circostanza che descrive; per esempio i complementi di luogo si dividono in:
- stato in luogo (dove?)
- moto da luogo (da dove?)
- moto per luogo (attraverso quale luogo?)
- moto a luogo (verso dove?).
Poiché le circostanze sono numerosissime, altrettanto numerosi sono i complementi che si possono definire (di tempo, di materia, di mezzo, di fine, di modo ecc.). Vista questa ambiguità o per lo meno prolissità nelle definizioni, la nozione di complemento è spesso criticata dai linguisti, ma continua a essere molto usata nello studio delle lingue.
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