L’America è un continente particolare perché tradizionalmente viene suddiviso in tre parti, originate dal suo sviluppo verticale. Le due masse continentali (America settentrionale e America meridionale) sono in comunicazione tra loro attraverso una regione istmica piuttosto lunga che, con i festoni meridionali delle Antille, rappresenta l’America centrale. A est è bagnata dall’Oceano Atlantico, a ovest dal Pacifico, a nord dal Mar Glaciale Artico e da propaggini dell’Oceano Atlantico, la più grande delle quali è la baia di Hudson. Nella zona centrale l’Oceano Atlantico è strutturato in modo da formare quello che è chiamato il Mediterraneo americano (golfo del Messico e Mare Caraibico, o delle Antille). L’area complessiva dell’America è di oltre 42 milioni di km2 (Nord e Centro America circa 24 milioni, il rimanente al Sudamerica); la sua popolazione è di oltre un miliardo di abitanti, ma con una densità che supera di poco i 20 ab./km2.
La scoperta del Nuovo Mondo risale al 12 ottobre 1492; fu Cristoforo Colombo che, ai servigi del re di Spagna per trovare nuove rotte d’accesso alle Indie orientali, sbarcò per primo nelle Bahamas, poi a Cuba e quindi ad Haiti (che battezzò Española). Pochi anni dopo, Giovanni Caboto navigò lungo le coste dell’isola di Terranova e della Nuova Scozia; Colombo si spinse poi fino alla foce dell’Orinoco. Le coste sudamericane, da capo San Rocco al golfo di Maracaibo, furono perlustrate da Alonso de Ojeda e Amerigo Vespucci (dal cui nome deriva quello del continente).
Quando l’America venne scoperta, la popolazione indigena era poca e insediata soprattutto nel Messico, nella regione istmica e sulle alte terre andine. Le popolazioni amerindie del Nordamerica si sono praticamente estinte in seguito alla colonizzazione del Paese; gli individui sopravvissuti si sono mescolati con la restante popolazione o sono stati confinati in riserve. Nel sud e nella zona istmica, invece, gli autoctoni sono presenti in numero consistente, in Bolivia costituiscono addirittura la maggioranza della popolazione. Gli europei si insediarono gradualmente fino alla metà del XIX sec., poi il flusso migratorio assunse caratteri più consistenti che si protrassero per circa un secolo: agli americani di origine anglosassone e iberica, andarono ad aggiungersi italiani, francesi, tedeschi e slavi. Grandi masse di persone di colore erano state trasferite dall’Africa, come schiavi, sin dal XVIII sec.
America del Nord
America settentrionale – L’America settentrionale si identifica praticamente con la successione dei tre Stati che la compongono da nord a sud: Canada (con l’Alaska statunitense), Stati Uniti e Messico. A nord-est del Canada si trova la grande isola di Groenlandia (appartenente al Regno di Danimarca, quasi 2 milioni di km2 con meno di 60.000 abitanti). La calotta glaciale ricopre tutto l’interno del Paese e arriva a uno spessore massimo di 3.000 metri. Da notare che l’estremo nord della Groenlandia non è coperto da ghiacci, mancando, a causa dell’aria troppo secca, le precipitazioni nevose, essenziali per creare e mantenere un manto di ghiaccio.
America del Nord politica
Convenzionalmente, la divisione con l’America centrale è fissata nell’istmo di Tehuantepec al confine meridionale del Messico che praticamente lascia solo lo Yucatan messicano nell’America centrale.
America centrale – L’America centrale funge da raccordo fra l’America settentrionale e quella meridionale. Essa è attraversata senza sosta da rilievi montuosi, spesso di origine vulcanica. L’America centrale insulare (le Antille, con Cuba e Haiti come isole principali) è formata da isole che in parte si trovano sulla piattaforma continentale nordamericana (Bahamas), in parte su quella sudamericana (Curaçao, Trinidad, Tobago); per lo più compongono un festone di isole montuose che sono ciò che rimane di una terra che una volta era tutta emersa.
Dal punto di vista idrografico, degno di nota è solo il lago Nicaragua.
America Centrale
America meridionale – A differenza delle precedenti Americhe, quella meridionale ha tratti tipici del continente, appartenendo a più Paesi (a differenza di quella settentrionale che si identifica con i tre Paesi componenti) che si estendono per una superficie sufficiente a produrre diversificazioni (a differenza di quella centrale, la cui superficie è talmente ridotta da non differire significativamente dalla parte inferiore dell’America settentrionale).
L’America meridionale ha una struttura morfologica abbastanza semplice, di forma triangolare con base diretta a nord, verso il Mare Caraibico e l’Oceano Atlantico, e il vertice a sud, verso le terre antartiche. Le coste sono meno articolate, senza grandi penisole e senza insenature interessanti, tranne quella del Río de la Plata. Le isole maggiori, poche, sono la Terra del Fuoco a sud, le isole dell’arcipelago cileno e le Galapagos lungo la costa pacifica meridionale, Trinidad a nord.
A livello morfologico, nell’America meridionale si individuano pochi elementi fondamentali: la Cordigliera delle Ande, le pianure centrali e gli altipiani orientali.
Le Ande in Bolivia sono rappresentate dalle due catene della Cordigliera orientale e della Cordigliera occidentale che racchiudono un vasto altopiano (altitudine 3.700 metri) ricco di laghi (Titicaca e Poopó i più grandi), spesso salati per il mancato deflusso al mare. In Perù le Ande si articolano nella successione, in senso longitudinale, da est a ovest, di tre catene: la Cordigliera orientale, la Cordigliera centrale e la Cordigliera occidentale. Infine, in Cile, le Ande occupano una lunghissima fascia (4.300 km) larga mediamente soltanto 150 km; il territorio è prevalentemente montuoso e comprende alcune delle massime cime dell’America Latina (Aconcagua, Ojos del Salado, Cerro Tupungato), alte oltre 6.000 m.
Le alteterre orientali sono costituite dagli altipiani della Guyana e del Brasile, divisi dal bacino del Rio delle Amazzoni. Le basseterre centrali si snodano nei tre grandi bacini dell’Orinoco, situato tra le Ande settentrionali e il massiccio della Guyana, del Rio delle Amazzoni, compreso tra Ande centrosettentrionali e altipiani del Brasile e della Guyana, e del Paraná-Uruguay, connesso a sud con la Pampa e con le terre della Patagonia.
Nell’America meridionale il clima è determinato dalla posizione della regione che per due terzi è inclusa nella fascia tropicale e per un terzo nella zona temperata australe. La fascia torrida è caratterizzata da un clima caldo-umido, con abbondanti piogge lungo le coste caraibiche e nell’Amazzonia; meno frequenti le piogge nel bacino dell’Orinoco e nelle regioni interne dell’altopiano brasiliano. Nella zona delle Ande è l’altezza a definire le zone climatiche e anche a livello dell’equatore consente l’insediamento umano. Al sud la temperatura diminuisce fino ad assumere caratteri subpolari nella Terra del Fuoco.
Nell’America meridionale la presenza della Cordigliera delle Ande vicino alla costa del Pacifico definisce alcune differenze nelle caratteristiche dei fiumi che si dirigono ai due versanti. Quelli che scendono al Pacifico sono corti e di minima importanza; quelli che scorrono verso l’Atlantico, invece, sono molto lunghi e di grande portata. Il fiume maggiore è il Rio delle Amazzoni che attraversa la grande pianura alluvionale del Brasile con un corso lento per la debole pendenza e sfocia nell’Oceano Atlantico con un grande estuario. Nasce invece dall’altopiano del Brasile il San Francisco, navigabile per un lungo tratto, che si getta sulla costa orientale dell’Atlantico e che rappresenta un’importante via di comunicazione; è il fiume più lungo che scorre interamente in territorio brasiliano. Al nord fluiscono il Magdalena e l’Orinoco. L’Orinoco nasce presso il confine meridionale del Venezuela e attraversa interamente il territorio di questo Paese disegnando un vasto arco; riceve l’apporto di numerosi affluenti e sfocia nell’Atlantico. Il fiume Magdalena è il più lungo fiume interamente andino dell’intero continente. Nel sud del continente scorrono l’Uruguay e il Paraná. L’Uruguay traccia il confine fra Uruguay e Argentina; uno sbarramento a metà circa del suo percorso ha dato origine a un notevole lago artificiale. Il Paraná insieme al suo affluente Paraguay costituisce un’importante via di comunicazione verso l’interno dell’Argentina. Il grande estuario del Río de la Plata è formato oltre che dal Paraná dai fiumi Pilcomayo e Uruguay. Ricchi d’acqua (ma non adatti alla navigazione e all’irrigazione poiché scorrono in gole molto profonde e strette) sono i fiumi patagonici. Pochissimi sono i bacini lacustri, i principali dei quali, il Titicaca e il Poopó, sono situati nelle zone intermontane delle Ande.
America del Sud
La flora si presenta molto varia: la zona tropicale, equivalente al bassopiano amazzonico e a parte della Guyana, è caratterizzata dalle selvas, che si estendono a ovest lungo la costa atlantica, tra le foci dell’Orinoco e la zona del Rio delle Amazzoni, e lungo i lati orientali delle Ande, dalla Colombia al Brasile. L’altopiano brasiliano presenta piogge meno abbondanti, mentre il bacino dell’Orinoco è occupato dalla savana (llanos); le pampas (savane ad alte graminacee) sono invece presenti in Argentina, Uruguay meridionale e parte del Chaco, e l’arida steppa della Patagonia ospita le araucarie. Una zona più meridionale, in corrispondenza dello stretto di Magellano, presenta foreste di faggi americani, mentre la zona meridionale estrema, collegata alla Terra del Fuoco, ospita solo regioni desertiche a muschi, licheni e piante erbacee igrofile.
Nell’America centrale e meridionale vivono molte interessanti specie animali: scimmie Platirrine, vampiri, Sdentati (armadillo, formichiere), Carnivori (puma, giaguaro), chinchilla e tapiri. Sulle Ande sono comuni i Camelidi (lama, alpaca, vigogna). Tra i Rettili sono comuni talune lucertole velenose; tra gli Uccelli i tucani, i colibrì e gli uccelli mosca. Di caimani e piranha sono ricche le acque.
Nell’America meridionale l’agricoltura è basata su colture di piantagione, specialmente caffè e cacao, seguiti da canna da zucchero, tabacco, cotone, banane. Anche qui le foreste sono intensamente sfruttate. L’allevamento è molto diffuso e con un alto livello di specializzazione. In alcune zone dell’America meridionale (Chaco, Pampa, Patagonia) l’allevamento costituisce la principale fonte economica.
L’America meridionale possiede ingenti risorse minerarie: il Venezuela e il Brasile sono grandi produttori di petrolio, il Perù di argento, rame, zinco, stagno, piombo e oro; a sua volta il Cile possiede grandi giacimenti di rame e di argento, mentre il Brasile è ricco anche di ferro, bauxite e stagno.
Nel Sudamerica l’industria è scarsamente sviluppata e in settori limitati (lavorazione dei metalli, chimico, trasformazione dei prodotti agricoli e zootecnici).
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