Una carica elettrica è una quantità di elettricità. Abbiamo visto che le cariche elettriche possono spostarsi nei corpi e le cariche elettriche in moto possono essere di diversa natura. Nei fenomeni elettrici si hanno due tipi di cariche, la carica positiva (+) e la carica negativa (-); nei liquidi e nei gas le cariche possono essere sia positive sia negative, mentre nei conduttori metallici le cariche sono solo negative (elettroni).
Poiché la direzione delle cariche dipende dal fatto che esse siano positive o negative, il verso della corrente è definito convenzionalmente come la direzione del flusso di carica positiva (convenzione di Franklin).
L’intensità di corrente (I) è una grandezza scalare che misura la quantità di carica elettrica che attraversa la sezione di un conduttore entro un’unità di tempo:
La sua unità di misura nel SI è l’ampere, indicato con A. Una corrente con intensità di 1 ampere sposta circa 6,25·1018 portatori di carica elementare in un secondo fra due parti di un circuito.
Per misurare l’intensità della corrente in un circuito si usa l’amperometro.
Dall’ampere si deriva il coulomb (C), l’unità di carica elettrica, la quantità di carica elettrica trasportata in 1 secondo dal flusso di corrente di 1 ampere: 1 C=1A·1s. La carica più piccola esistente è l’elettrone, o carica elementare, indicata con il simbolo e, che misura circa 1,6·10-19 coulomb.
La carica elettrica si presenta soltanto in multipli della carica elettronica; secondo il principio di conservazione della carica elettrica la carica totale di ogni sistema è costante.
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