Tommaso d’Aquino (XIII sec., santo e dottore della Chiesa cattolica) è considerato la figura più importante della bassa scolastica. Le sue opere principali sono la Summa contra Gentiles e la Summa Theologiae (nella quale indica cinque dimostrazioni a posteriori dell’esistenza di Dio). Il suo pensiero segna un momento decisivo per la filosofia scolastica in quanto recupera, contrariamente alla tendenza del suo tempo, il pensiero di Aristotele. Egli cerca, infatti, di conciliare la tendenza tradizionale con l’aristotelismo, giustificando l’esistenza sia della ragione che della rivelazione in quanto derivanti entrambe da Dio. Dio, che è essenza, è diverso da ciò che da lui deriva. Filosofia e teologia sono dunque due modi diversi per giungere alla stessa verità.
Altro principio è quello della dualità e dell’armonia tra fede e ragione, per cui la fede guida l’uomo verso Dio, mentre la ragione è il mezzo per il quale Dio consente agli uomini di capire la natura. In opposizione alla filosofia agostiniana, Tommaso afferma che materia (corpo) e forma (anima) non sono separate, ma che l’uomo è l’unione di entrambe ed è il punto di incontro del naturalismo aristotelico con lo spiritualismo cristiano. Da questa dottrina trae i principi di immortalità dell’anima e di resurrezione del corpo, mettendo però l’anima in posizione predominante in quanto conosce l’universale e ha autocoscienza. Come conseguenza, giustifica razionalmente la subordinazione dello Stato alla Chiesa (l’autorità è derivata da Dio attraverso il papa).
Nella visione cosmologica di Tommaso, che parte dal geocentrismo aristotelico, l’universo fisico ha una struttura gerarchizzata che corrisponde a quella dell’universo spirituale.
Altri esponenti della bassa scolastica
In opposizione all’aristotelismo di Tommaso si pone Bonaventura da Bagnoregio (XIII sec.), sostenitore della dimensione unitaria di filosofia, teologia e mistica, rivolto alla ricerca costante di Dio, ritenendo la conoscenza un percorso dell’uomo verso Dio, da attuare mediante la contemplazione mistica e la fede.
Alberto Magno (XIII sec.), santo e teologo tedesco, per la vastità delle sue conoscenze viene riconosciuto come Doctor Universalis. Gli interessi di Alberto Magno spaziano su tutto il sapere filosofico e scientifico. Tra l’altro, fu il primo a introdurre lo studio di Aristotele. Nel dibattito sugli universali, propone un realismo moderato, considerando l’anima personale e immortale come l’intelletto attivo, che ne fa parte.
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