In contrapposizione alle interpretazioni religiose o metafisiche, cercando di costruire un’etica più libera, risultante della libertà umana, nasce il sentimentalismo etico di Shaftesbury e di Hutcheson, in cui l’etica è fondata su una facoltà innata che permetterebbe di riconoscere il bene dal male (senso morale). Altri sentimentalisti etici, come Hume e Smith (molto più famoso come economista), integrano questa visione con un’analisi di tipo empirico e fondano la morale sul meccanismo della simpatia, il sentimento e il fondamento naturale della condivisione delle passioni altrui.
Il processo di laicizzazione dell’etica viene concluso e radicalizzato dall’utilitarismo di Bentham, secondo il quale le azioni umane hanno come scopo il raggiungimento dell’utile individuale o sociale.
Manuale di cultura generale – Filosofia – L’etica nel ‘700 – Continua