La nascita del cristianesimo influenza grandemente la filosofia che deve conciliarsi con nuovi concetti come il monoteismo, la creazione del mondo dal nulla, l’antropocentrismo (l’uomo al centro dell’universo) e i rapporti fra grazia divina e volontà umana.
La filosofia medievale è suddivisa in due grandi fasi: la patristica e la scolastica.
La patristica
Nella prima fase della filosofia medievale, la dottrina cristiana viene elaborata attraverso l’azione dei padri della Chiesa nei primi tre secoli dopo Cristo. Nel I sec. i padri apostolici si occupano soprattutto di questioni ecclesiali e morali; nel II sec. i padri apologisti (Giustino e Tertulliano in primis) si occupano soprattutto della difesa della fede cristiana; la patristica (secc. III-VIII) sistema e razionalizza le verità di fede utilizzando come base il platonismo (il cristianesimo è visto come naturale sbocco della filosofia greca). Successivamente, con il proliferare di numerose eresie, i padri della Chiesa e i primi concili ecumenici sono sempre più impegnati nella definizione dell’ortodossia.
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