Anche attraverso influssi ebraici, la filosofia araba ha un’importante influenza sulla filosofia medievale.
Avicenna (X-XI sec.), filosofo e medico persiano (famosissimo il suo Canone di medicina), si occupa della filosofia in modo enciclopedico. Distinguendo l’essenza, che è l’identità espressa da un concetto, e l’essere, che indica l’esistenza della cosa, sostiene la contemporanea eternità del mondo e di Dio, la causa prima che dà esistenza a tutto ciò che è, eterno in quanto in lui essere ed essenza sono inseparabili.
Averroè (XII sec.), filosofo, medico e astrologo, subisce l’influenza dell’islamismo, di Aristotele e di Plotino; per lui tutto ciò che esiste è retto da un preciso ordine gerarchico, al cui vertice si trova Dio. Il movimento averroista contesta la sintesi tomista in nome di un aristotelismo radicale e rivendica la validità filosofica di tesi in contrasto con la dottrina rivelata (teoria della doppia verità).
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