A Cambridge, attorno agli anni ’30, nasce la corrente analitica che si propone di indagare i problemi filosofici solo dopo aver analizzato il linguaggio della loro formulazione.
Russell e Moore promuovono l’atomismo logico secondo il quale la filosofia è il tentativo di traduzione delle unità linguistiche complesse in atomi fondamentali del discorso, con lo scopo di arrivare ai costituenti ultimi della realtà.
Qualche decennio dopo, la filosofia analitica trova a Oxford pensatori come Ryle e Austin che studiano il linguaggio, consci della sua complessità e della molteplicità dei discorsi, per esempio quelli che riguardano l’ambito etico o quello metafisico.
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