I progressi scientifici del XVII sec. influenzano anche la filosofia cosicché i filosofi tentano di spiegare i fenomeni naturali proprio con la scienza e, conseguentemente, l’interpretazione della realtà è soggetta al tentativo di renderla scientificamente dimostrabile.
Spinoza
Rappresentante del razionalismo, con la sua opera principale, l’Etica (Ethica more geometrico demonstrata), Baruch Spinoza (XVII sec.) risolve il dualismo cartesiano (di sostanza pensante e sostanza estesa) ponendo un’unica sostanza, Dio. Il suo Dio però non si identifica con il Dio personale delle religioni positive, ma è il principio che garantisce l’ordine razionale della realtà; contemplando questa razionalità e nella consapevolezza della necessità che ne deriva, l’uomo raggiunge la piena libertà e la perfetta conoscenza fondata sulla conoscenza dell’intelletto che permette di sentire e vedere intuitivamente che tutto in Dio si muove e si svolge. In sostanza, Spinoza arriva a identificare Dio con la natura.
Per Spinoza la conoscenza si compone di tre fasi: l’immaginazione, cioè la percezione sommaria tramite i sensi delle cose esterne (l’uomo che si ferma a questa fase resta schiavo delle sue passioni), la ragione che elabora i dati ricevuti dall’immaginazione, la conoscenza intuitiva che grazie all’intelletto permette di cogliere Dio attraverso i suoi attributi.
Nel Trattato teologico-politico Spinoza sostiene la libertà di pensiero, arrivando a proporre la laicità dello Stato. Nel Trattato politico analizza i regimi di governo proponendone una valutazione relativa al periodo storico in cui si attuano.
Leibniz
Anche Gottfried Wilhelm von Leibniz (XVII-XVIII sec.) si occupa del dualismo cartesiano. Il suo pensiero filosofico tenta di dirimere, negandolo, il dualismo tra sostanza pensante e sostanza estesa. Definisce così la monade, una sostanza individuale, inestesa e indivisibile con un centro di forza e di attività (a differenza degli atomi essa è di natura spirituale). La realtà è costituita da un numero infinito di monadi, con ogni monade diversa dalle altre in quanto rappresenta la realtà da un’altra prospettiva. L’anima è la monade dominante di ogni essere vivente e Dio è la monade originaria da cui tutte le altre si sono generate. L’esistenza di Dio viene dimostrata con il principio della ragion sufficiente: tutto ciò che accade ha una ragione sufficiente a spiegare perché è accaduta in tal modo e non diversamente; deve perciò esserci una ragione ultima dietro a tutte le cose e questa ragione è Dio.
Dio ha creato le monadi in modo che la loro azione crei un’armonia prestabilita, ne deriva cioè una correzione fondamentale dell’occasionalismo nella direzione dell’armonia prestabilita. Dio crea senz’altro il migliore dei mondi possibili, scegliendo quella combinazione di possibilità in grado di coesistere (compossibili) e nella quale si realizzi il grado maggiore di perfezione: un Dio assoluto e perfetto non può creare un mondo imperfetto! (ottimismo metafisico).
A differenza di quanto sostenuto da Cartesio, Dio non crea verità eterne, ma si limita al principio di non contraddizione. Come razionalista, Leibniz cerca di costruire una lingua universale avente come alfabeto simboli elementari (rappresentanti le nozioni più semplici) con la cui combinazione si possono trovare ed esprimere tutte le cose. Oltre alle verità di ragione che possiamo scoprire con la logica e che si fondano sul principio di non contraddizione, esistono anche verità di fatto tipiche non di un qualunque mondo possibile, ma di quello che Dio ha creato e che si basano sul già citato principio di ragion sufficiente: nulla accade senza che vi sia una ragione.
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