La disgregazione politica causata dall’ascesa di Alessandro Magno porta la filosofia a ricercare praticamente la felicità interiore.
Epicuro (IV-III sec. a.C.) dà vita ad Atene a una scuola aperta alle donne e agli schiavi che diviene uno dei principali centri di cultura del tempo. Lo scopo della sua filosofia è il raggiungimento della felicità, di uno stato di serena tranquillità interiore (atarassia), lontano da turbamenti, dal timore degli dei, da inutili paure, mediante la soppressione dei bisogni non soddisfacibili, il dominio delle passioni e la fermezza d’animo. La felicità è intesa come assenza di dolore.
L’epicureismo mantiene la sua importanza nei mondi greco e romano fino al II sec. a.C. Sue caratteristiche sono atomismo, edonismo (cioè l’identificazione del bene morale con il piacere) e sensismo (la concezione filosofica che riporta tutto al sentire, escludendo dalla conoscenza ciò che esula dai sensi). Si sviluppa ad Atene e successivamente si diffonde nel mondo romano, dove è attaccato da Cicerone che ne intravede un contenuto eversivo e pericoloso. È condannato nel medioevo come anticristiano, ma rivalutato nel XVII sec. nella fisica e dagli illuministi del XVIII sec. come teoria etica.
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