In economia, quando si parla di occupazione e disoccupazione si fa generalmente riferimento all’utilizzo, da parte di un sistema economico, del fattore lavoro.
Nel sistema economico, gli occupati costituiscono quell’insieme di soggetti che, in base alle rilevazioni dell’Istituto nazionale di statistica sulla forza lavoro risultano attivi in un determinato momento come dipendenti o come autonomi.
Si definisce piena occupazione quella situazione in cui si registra l’assenza di disoccupazione involontaria; in questa situazione la domanda di lavoro eguaglia o supera l’offerta (in un’economia capitalista la piena occupazione è questione puramente teorica).
Con l’espressione tasso di occupazione si fa riferimento al rapporto percentuale fra il numero di persone occupate e la popolazione.
Con disoccupazione volontaria si intende invece la condizione in cui si trova colui che offre la propria forza lavoro in cambio di un salario o di uno stipendio, ma non riesce a trovare alcun impiego per un periodo di tempo prolungato.
Di solito si distinguono quattro tipologie di disoccupazione: frizionale, strutturale, tecnologica e ciclica.
La disoccupazione frizionale è un fenomeno considerato naturale e mai del tutto eliminabile; nasce dal normale turnover che si ha nel mondo del lavoro (soggetti che entrano ed escono dalla forza lavoro e dalla continua creazione e distruzione di posti di lavoro). Di solito è di breve durata (il tempo necessario perché datore di lavoro potenziale e soggetto in cerca di occupazione si incontrino). Può essere in parte ridotta migliorando l’efficienza dei servizi di collocamento.
La disoccupazione strutturale è quella che viene a verificarsi a causa dell’assenza di una corrispondenza tra domanda e offerta di lavoro; non vi è, in pratica, coincidenza fra le abilità possedute dall’aspirante lavoratore e quelle che invece sono richieste dal datore di lavoro. Si cerca di porvi parzialmente rimedio con i corsi di riqualificazione professionale.
La disoccupazione tecnologica è quella dovuta all’introduzione delle cosiddette tecniche risparmiatrici di lavoro ovvero quelle tecnologie che consentono una riduzione del carico di lavoro eseguito da operatori umani; può essere riassorbita in parte o in toto da un aumento di investimenti verso la nuova tecnologia.
Si definisce infine disoccupazione ciclica quella causata dalle variazioni del ciclo economico; di fatto, aumenta allorquando l’economia si trova in una fase di recessione e si riduce nel corso di una fase di espansione economica.
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