Polonio
Simbolo Po, numero atomico 84.
Fu scoperto quasi alla fine del XIX secolo da Maria Skłodowska (più nota come Marie Curie) e Pierre Curie. Denominato “radio F”, venne poi chiamato polonio in onore della Polonia, terra natale della Skłodowska. In natura è molto raro; è reperibile nei minerali dell’uranio in concentrazioni bassissime (circa 100 microgrammi per tonnellata). Il polonio è un elemento tossico, molto radioattivo e decisamente pericoloso da manipolare; se inalato o ingerito può danneggiare irreversibilmente organi e tessuti; una volta in circolo, peraltro, è molto difficile da rilevare (è per questo che è ritenuto essere l’arma impiegata per alcuni omicidi “eccellenti”; fra cui quello del leader palestinese Yāsser ʿArafāt e quello dell’agente segreto russo Alexander Litvinenko). Del polonio sono noti attualmente decine di isotopi, tutti radioattivi; quello più disponibile è l’isotopo 210.
Se mescolato in lega con il berillio, può essere usato come sorgente di neutroni (un utilizzo che si ritrova nelle armi nucleari).
Viene anche utilizzato su particolari spazzole che tolgono la polvere accumulata sui negativi fotografici. Il polonio presente in queste spazzole è ovviamente sigillato e schermato in modo da minimizzare i rischi radioattivi.
Radon
Simbolo: Rn, numero atomico 86.
La scoperta del radon è accreditata ai coniugi P. e M. Curie, sebbene altri scienziati abbiano avuto un ruolo importante nel definirne alcune sue caratteristiche. Il radon, gas incolore e inodore, viene generato in continuazione da vari tipi di roccia della crosta terrestre, in particolar modo da rocce granitiche, lave, tufo, pozzolane ecc. La sua formazione avviene in seguito al decadimento di altri elementi chimici (uranio e torio) A loro volta, gli isotopi del radon, decadendo, danno origine a “elementi figli” (alcuni isotopi di polonio e bismuto); anche questi elementi figli sono sostanze radioattive. L’isotopo del radon che ha una maggiore rilevanza relativamente ai fini del rischio per la salute umana è il radon 222, detto semplicemente radon. Le fonti dell’elemento sono principalmente due: il suolo (responsabile dell’80% del radon presente nell’atmosfera) e l’acqua (19%); il residuo 1% deriva da altre fonti. In sé per sé, il radon è un gas poco reattivo; come gas è inalabile e facilmente eliminabile tramite la respirazione e la maggior parte di radon respirato viene poi espulso; il problema però rappresentato dai suoi “figli”, ovvero dai prodotti del suo decadimento che sono decisamente più reattivi, sia chimicamente che elettricamente. Una volta che questi prodotti arrivano nell’apparato polmonare si fissano nei tessuti ed emettono radiazioni ionizzanti che, sfortunatamente, danneggiano le cellule del tessuto polmonare (il radon costituisce la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di tabacco).
Il radon ha applicazioni in problematiche legate alla radioattività naturale in campo ambientale e viene studiato come precursore di attività sismica. Per quanto concerne l’ambiente, viene impiegato in bioarchitettura per valutare le emissioni provenienti dal terreno e poter costruire con gli opportuni accorgimenti, allo scopo di evitare concentrazioni negli interni superiori ai limiti consigliati dalla Comunità Europea dell’Energia Atomica (EURATOM). Trova inoltre trova applicazione nello studio dell’anidride carbonica utilizzata per scopi alimentari.
Radio
Simbolo: Ra, numero atomico 88.
Fu scoperto da P. e M. Curie alla fine del XIX sec. Il radio è un elemento radioattivo naturale di colore bianco che annerisce per esposizione all’aria; si disintegra trasformandosi nel gas nobile radon e in elio. Le radiazioni alfa, beta e gamma emesse sono complesse e sono in grado di ionizzare i gas, di impressionare le lastre fotografiche ecc. Chimicamente è simile al bario. Il radio è presente vari minerali dell’uranio, soprattutto nella pechblenda, una delle principali fonti di quest’ultimo elemento. Dal radio, per ragioni storiche, deriva il termine radioattività anche se va precisato che esso non è l’elemento più radioattivo conosciuto. Il termine radio deriva dal latino radius, che significa “raggio”.
Miscelato al berillio è una sorgente di neutroni sfruttabile per esperimenti nell’ambito della fisica. L’isotopo 226 viene impiegato in medicina nucleare per il trattamento delle metastasi ossee. Sotto forma di cloruro, viene utilizzato per produrre il radon.
Il curie (Ci), un’unità di misura della radioattività (non facente parte del Sistema Internazionale in quanto sostituito dal becquerel) è basato sulla radioattività dell’isotopo 226.
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