Simbolo: O, numero atomico 8.
Il termine ossigeno deriva dal greco e significa “generatore di acidi”, infatti Lavoisier, che dimostrò la sua presenza nell’aria e nell’acqua, ipotizzava che tale elemento fosse presente in tutti gli acidi. In natura è un gas incolore, insapore e inodore e costituisce il 25% in peso dell’aria. L’ossigeno si unisce a quasi tutti gli altri elementi, perché è il più elettronegativo di tutti (fatta eccezione per il fluoro). L’addizione lenta di ossigeno è detta ossidazione, mentre quella rapida è detta combustione e sviluppa notevoli quantità di calore in breve tempo. Costituisce quasi il 90% in peso dell’acqua e quasi il 50% della crosta terrestre. Intervenendo nella respirazione, è indispensabile per la vita degli animali e dei vegetali. Costituisce il 65% del corpo di un uomo adulto. È presente in molti composti e partecipa a quasi tutte le reazioni di combustione. Fatta eccezione per gli alogeni e l’azoto, tutti i non metalli, infatti, possono bruciare nell’ossigeno, in particolare l’idrogeno, lo zolfo, il fosforo e il carbonio. Lo stesso vale per i metalli (eccetto l’oro e il platino), soprattutto per quelli alcalini e alcalinoterrosi, il magnesio, l’alluminio, lo zinco, il ferro, il rame e il piombo.
A livello industriale viene prodotto per distillazione frazionata dell’aria liquefatta. In passato veniva utilizzato per generare le fiamme ossidrica e ossiacetilenica. L’ossigeno biatomico (O2) viene impiegato, sotto forma liquida, come ossidante nella propulsione dei razzi dei veicoli spaziali; fra le applicazioni più importanti dell’O2 vanno ricordate l’ossigenoterapia e l’ossigenoterapia iperbarica. Viene impiegato anche come riserva d’aria negli aeroplani e nelle ascensioni alpinistiche ad alte quote. Altri utilizzi sono quelli per la produzione di acciaio e metanolo e per le saldature.
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