Iodio
Simbolo: I, numero atomico 53.
È molto diffuso in natura, ma presente in percentuali ridotte. Quasi tutti gli esseri viventi contengono tracce di iodio. Allo stato puro è un solido di colore scuro che sublima a temperatura ambiente, formando un vapore di colore violaceo (il suo nome deriva dal greco e significa “violetto”). I minerali veri e propri di iodio sono abbastanza rari. Si trova in piccola quantità come ioduro nelle acque marine ed è più abbondante in alcuni depositi salini come il nitro del Cile in cui si trova come iodato di sodio. Poco solubile in acqua, lo è invece molto nelle soluzioni di acido iodidrico e di ioduro di potassio a cui si addiziona. È molto solubile in alcol ed etere, nel solfuro di carbonio e nel cloroformio. Chimicamente è simile agli altri alogeni, anche se è il meno elettronegativo del gruppo.
Di notevole importanza sono le sue funzioni biologiche. La quantità di iodio contenuta nell’organismo umano è 40 mg circa, il 60% dei quali nella tiroide (il rimanente nelle ovaie, nel sangue, nei muscoli). Nella tiroide è contenuto nella triiodotironina (T3) e nella tiroxina (T4), due ormoni che influenzano il metabolismo. Da un punto di vista clinico la carenza di iodio causa ipotiroidismo, gozzo, rischio di aborto, cretinismo. Lo iodio (assorbito nell’intestino tenue ed eliminato con le urine) è contenuto soprattutto nel pesce (sgombri, merluzzo, cozze, tonno, scampi), mentre quello contenuto nelle verdure dipende dai terreni di coltivazione. La prevenzione della carenza viene fatta attraverso la diffusione di sale iodato.
Ha un basso punto di fusione, appena sopra i 100 °C.
In medicina viene utilizzato come disinfettante per ferite (tintura di iodio) o per l’intestino e nelle disfunzioni tiroidee caratterizzate da carenza di iodio. Viene usato anche in radiologia quale mezzo di contrasto. Serve per preparare gli ioduri, in particolare lo ioduro di potassio, usato in farmacia, e lo ioduro d’argento usato in fotografia. Degno di nota anche il suo utilizzo come catalizzatore nella produzione industriale di acido acetico e di alcuni polimeri.
Xeno
Simbolo: Xe, numero atomico 54.
Noto anche come xenon, fu individuato solo alla fine del XIX sec. nel residuo ottenuto per evaporazione parziale dell’aria liquida. È un gas nobile incolore, inodore e piuttosto pesante; è presente in tracce nell’atmosfera terrestre (il suo nome deriva dal greco e significa “estraneo” e gli fu attribuito proprio per evidenziare la caratteristica della sua estrema rarità nell’aria).
Lo xeno viene utilizzato principalmente per realizzare lampade e dispositivi luminosi. Ha svariati usi anche in ambito medico (anestesia, produzione di immagini di tessuti umani ecc.).
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