Simbolo: Fe, numero atomico 26.
È noto fin dai tempi antichi (l’Età del ferro è contraddistinta dalla scoperta dei metodi per estrarre il ferro dalle rocce che ne contengono i relativi ossidi, già noti agli Ittiti attorno al 1500 a.C.). Rappresenta il 5% in peso della crosta terrestre, in quanto è presente in quasi tutti i minerali o rocce. Allo stato puro, il ferro esiste in quattro forme cristalline (denominate ferro alfa, beta, gamma e delta). È l’elemento predominante del nucleo terrestre (90%). I minerali più importanti da cui si estrae sono la magnetite, l’ematite, la limonite, la pirite e la siderite. Il ferro è il più abbondante fra i metalli magnetici e le sue caratteristiche sono duttilità e malleabilità.
L’atomo del ferro ha grande affinità con ossigeno e acqua. Non si modifica in presenza di aria secca o a contatto con acqua purché priva di anidride carbonica, mentre dall’aria umida viene corroso profondamente trasformandosi in carbonato basico idrato e ossido, ossia in ruggine. Prima di fondere rammollisce diventando pastoso e plasmabile. Il ferro si può unire direttamente alla maggior parte dei non-metalli. Riscaldato a una temperatura elevata brucia in atmosfera di ossigeno dando l’ossido Fe3O4 che si forma anche quando particelle di metallo si staccano da un pezzo di ferro violentemente battuto bruciando nell’aria con formazione di scintille o durante la fucinatura a caldo. Brucia anche nel cloro e si unisce a caldo allo zolfo e al carbonio.
Svolge un ruolo importante anche per gli organismi viventi, in quanto componente fondamentale della clorofilla e dell’emoglobina. La sideremia è la concentrazione del ferro nel sangue; un basso valore di sideremia è osservato in forme di anemia. L’organismo è in grado di assorbire dal 10 al 15% del ferro assunto con l’alimentazione; tale percentuale varia proprio in funzione della tipologia dei cibi e della modalità d’assunzione. Se è di origine vegetale solo il 2-10% viene assorbito, mentre se è di origine animale l’assorbimento può arrivare fino al 35%; ciò perché il ferro emoglobinico è assorbito molto più facilmente, soprattutto se viene assunto contemporaneamente a vitamina C (è per questo che il ferro di una bistecca innaffiata con gocce di limone è assorbito più facilmente di molti preparati farmacologici).
Industrialmente, il ferro viene estratto dai suoi minerali, in primis l’ematite (Fe2O3) e la magnetite (Fe3O4), per riduzione con carbonio in una fornace di riduzione a temperature di circa 2.000 °C.
Allo stato puro il ferro è raramente utilizzato; di notevolissima importanza sono invece le sue leghe metalliche, in primis quelle con carbonio (leghe ferro-carbonio) che forniscono ghise e acciai, materiali da costruzione fra i più importanti in assoluto.
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