Anche in Europa il XVII sec. fu ampiamente occupato dallo stile barocco.
In Francia, evidenti esempi della corrente artistica sono Versailles e il Louvre. Il barocco francese risente dell’assolutismo del re Luigi XIV che assunse tratti classicheggianti: si ripresero le forme delle colonne e dei frontoni, ma in chiave fortemente monumentale. La costruzione dei giardini, geometrica e ordinata, fu uno degli aspetti caratteristici del barocco; si possono ricordare, come esempio, i giardini di Versailles e alle Tuileries.
In Spagna il superamento del manierismo avvenne grazie al lavoro rivoluzionario del pittore Jusepe de Ribera, meglio conosciuto come Spagnoletto, che osservò i lavori dei seguaci di Caravaggio durante il soggiorno in Italia e ne trasse ispirazione per realizzare opere innovative e ricche di espressività. Velázquez fu invece l’artista spagnolo che nel periodo barocco più si distinse tra gli altri. Fu capace di trovare il perfetto connubio tra realismo e rispetto delle formalità decorative. Venne incaricato pittore ufficiale presso la corte reale; poco dopo aver ricevuto l’incarico fece un viaggio in Italia in cui ebbe modo di osservare le opere di Michelangelo, Caravaggio e dei maestri veneziani; ciò influenzò alcuni dei suoi lavori come, per esempio, Caccia reale al cinghiale. Si dedicò all’attività ritrattistica della corte, di personalità religiose (per esempio, Innocenzo X). La carriera di Velázquez fu di grande ispirazione per tutta la pittura spagnola ed europea contemporanea e successiva.
L’Olanda e le Fiandre interpretarono il barocco con uno stile originale, coerentemente al clima culturale che le distinse. L’olandese Jan Vermeer sviluppò il tema della luce nei suoi dipinti raffiguranti la quotidianità nelle case dell’epoca e donne borghesi dedite alle loro attività. Ma il suo lavoro più famoso è l’Atelier, un dipinto autografo, in cui si vede un pittore volto di spalle intento a dipingere una giovane in posa e illuminata da una finestra nascosta da un drappo. È stata oggetto di molte interpretazioni la cartina che si vede affissa in fondo allo studio raffigurante l’Olanda e sulla quale una frase in latino richiama la situazione politica del Paese dominato dalla Spagna benché numerose province si fossero dichiarate indipendenti.
Rembrandt, artista olandese di grande fama, dallo stile pulito e dalle composizioni semplici, ebbe un iniziale periodo molto prolifico in cui dipinse paesaggi e produsse acqueforti (tecnica nella quale si corrode una lastra di metallo con un acido, per ricavarne immagini da trasporre su un supporto, normalmente carta, per mezzo di colori). Di questo periodo sono soprattutto i ritratti, come la Ronda di notte, nella quale spiccano le pennellate piene, i colori caldi e la ricerca psicologica nei personaggi. Dopo la morte della moglie iniziò per lui un periodo travagliato, artisticamente meno pregevole, anche se produsse migliaia di disegni, circa 400 incisioni e centinaia di ritratti.
Rembrandt fu sottile ritrattista, grande indagatore del valore dei chiaroscuri (Sansone accecato dai filistei) e fu impareggiabile nel rendere sulla tela i più intimi stati d’animo.
Grande maestro fiammingo fu Pieter Paul Rubens. Egli viaggiò in Italia dove entrò in contatto con il classicismo rinascimentale che lo influenzò e che riutilizzò nelle sue composizioni pittoriche affiancandole ai disegni, alle forme e a tutti gli elementi compositivi barocchi.
Rubens: Adorazione dei pastori
Di questo periodo è una delle sue opere più note, l’Adorazione dei pastori. Rientrato nei Paesi Bassi, fu incaricato pittore di corte, nel cui ruolo realizzò opere dai temi più disparati, mitologici, sacri e naturalistici. La sua tecnica si esprimeva con l’utilizzo di cromie armoniose e ricercate e del chiaroscuro per ridisegnare le forme. Si occupò anche di grandi cicli decorativi come quello commissionatogli da Maria de’ Medici (Vita di Maria de’ Medici), madre del re di Francia, con il quale viene narrata la sua vita e le sue scelte politiche nel periodo di reggenza del regno.
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