Il Medioevo si concluse, all’incirca, alla fine dell’XV sec. lasciando spazio a un secolo di rinnovamento e di personaggi di prim’ordine nell’arte come anche negli altri settori culturali (basti pensare a Dante per la letteratura).
Giotto, pittore formatosi presso la scuola di Cimabue a Firenze, fu il capostipite della pittura allegorica moderna. Gli storici dell’arte hanno avuto alcuni problemi nell’attribuire all’artista i cicli di affreschi della basilica superiore di Assisi e parte dei mosaici della cupola del battistero di Firenze. Gli venne infine attribuita la paternità delle Storie francescane e di parte delle storie del Nuovo e dell’Antico Testamento nella basilica superiore di Assisi e dei mosaici nell’ultima zona della cupola del battistero di Firenze. Sua è anche la mano che ha realizzato il crocifisso presente nella basilica di Santa Maria Novella a Firenze.
La permanenza di Giotto a Rimini e a Ravenna favorì l’influenza dello stile giottesco sulle scuole di pittura. In quel periodo, il pittore iniziò anche i lavori a Padova del ciclo di affreschi che ha reso celebre la cappella degli Scrovegni. L’affresco si compone di 40 riquadri raffiguranti le storie di Gioacchino, di S. Anna, della Vergine e di Cristo. Giotto è anche autore delle allegorie dei Vizi e delle Virtù nonché dell’affresco del Giudizio Universale, posto sopra la porta di ingresso. Rispetto al ciclo di affreschi realizzato ad Assisi è visibile una maggiore ricercatezza nell’uso dei colori, più vivaci, e nell’utilizzo della linea, meno netta e più delicata. Il chiaroscuro, poi, venne utilizzato per dare plasticità e spessore alle figure. Giotto riuscì anche a dipingere la scena in modo tale che l’osservatore potesse percepirne la drammaticità e il pathos dei soggetti.
Giotto: Crocifissione, Cappella degli Scrovegni, Padova (fonte: Wikipedia)
La testimonianza più rappresentativa di Giotto architetto, invece, è certamente il campanile di Santa Maria del Fiore a Firenze. Il campanile, a base quadrata, ha un’altezza di 85 m circa e fu decorato utilizzando marmi policromi. L’artista lasciò però incompleto il lavoro: la decorazione nella parte più alta del campanile fu terminata da altri artisti.
Oltre Firenze, sede della scuola di Giotto, anche Siena si sviluppo come importante centro artistico, grazie anche alla potenza economica della città e al grande progetto per la costruzione del duomo che attirò artisti di grande rilievo nel panorama dell’epoca, come Nicola e Giovanni Pisano. La scuola senese combinò gli usi bizantini con la raffinatezza della linea e del colore tipici del gotico per raffigurare soggetti sacri e allegorie in linea con lo stile “cortese” proprio dei letterati dell’epoca. Alcuni dei maestri della scuola senese furono Duccio da Buoninsegna, già citato in quanto creatore della Madonna Rucellai, e i fratelli Lorenzetti. Ambrogio Lorenzetti, dapprima vicino alla pittura di Giotto, definì in seguito uno stile proprio, più realistico ed espressivo sia nei personaggi che nei paesaggi; si espresse pienamente negli affreschi realizzati nel palazzo pubblico di Siena, le Allegorie ed Effetti del buono e cattivo governo in città e nel contado, in cui realizzò l’intera scena senza alcuna stilizzazione formale.
Anche il fratello, Pietro Lorenzetti, sentì l’influenza della scuola di Giotto da cui poi si emancipò in nome di una pittura solenne e drammatica dalle dimensioni spaziali ben definite e prospetticamente precise.
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