In questo momento storico culturale, oltre all’Accademia di Bologna, si fece strada un nuovo importante artista, Michelangelo Merisi, detto Caravaggio. La sua formazione lo spinse da subito a occuparsi della realtà e della costruzione degli spazi con l’uso della luce. A Roma iniziò la sua carriera artistica e manifestò sin da subito la sua avversione per il manierismo. Qui tra gli altri realizzò il Canestro di frutta, uno dei suoi primi dipinti rappresentanti una natura morta. Si occupò anche della realizzazione delle tele da porre in S. Luigi dei Francesi. Queste raffigurano San Matteo (per esempio, Vocazione e martirio di S. Matteo) con un realismo inedito per le rappresentazioni religiose. Il cosiddetto luminismo caravaggesco nacque con la realizzazione di questi dipinti in cui la luce esprime con il chiaroscuro la drammaticità delle scene.
Caravaggio: Canestro di frutta
Caravaggio fu spesso molto criticato per lo schietto realismo con cui era solito dipingere le sue opere; in particolare destò numerose critiche la Morte della Vergine, quadro per il quale si diceva che, per illustrare la Vergine, Merisi si fosse ispirato a una donna dai costumi licenziosi ritrovata annegata nel Tevere. Fu considerato da molti un contestatore del paradigma religioso anche a causa del portamento troppo umile dei suoi soggetti.
Il realismo e lo studio della luce di Caravaggio furono d’ispirazione per tutta la corrente realista del barocco; tra i molti che aderirono al naturalismo caravaggesco ci furono anche Jan Vermeer e Pieter Paul Rubens.
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