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Strategia del carcerato

La strategia del carcerato è la risposta a un indice di qualità del lavoro non altissima.

Le generazioni che hanno preceduto i millenial sono state influenzate dal modo di vita statunitense, nel bene e nel male. Lavoro, carriera, successo, soldi sono must irrinunciabili e ciò ha prodotto grandi conflitti con la propria vita privata. Risultato: indice qualità non elevato.

Oggi molti giovani rinnegano quella visione, ma commettono un altro grave errore: avere la “pretesa” di un lavoro che piace, cioè con indice di qualità altissimo.

Un indice di qualità alto va conquistato con grandi capacità (strategia dell’artista), sfruttando opportunità, o con la strategia del traguardo.

Coloro che non hanno un indice di qualità 100 (cioè la stragrande maggioranza della popolazione) provano a migliorare la loro qualità della vita in tre modi:

  1. Con la strategia del traguardo
  2. Con le loro passioni (oggetti d’amore) vissute nel tempo libero dal lavoro
  3. Con la strategia del carcerato, cioè evadendo dal lavoro periodicamente.

Perché si parla di strategia del carcerato? Supponiamo di essere condannati a 30 anni di prigione. Certo, se non ci sono possibilità, ci si rassegna e si cercano le migliori condizioni per la vita in carcere, ma, se ci sono possibilità di uscire prima, nessuna persona ragionevole si tira indietro: appelli, richieste di sconti di pena per questo o quel motivo ecc. Quindi per chi sta in carcere è normale aspirare a uscire, vede la libertà come un traguardo da perseguire.

Purtroppo, la strategia del traguardo (lavorare per un certo periodo della propria vita per poi vivere di rendita o fare un’attività economica con indice di qualità 100 o comunque altissimo) riguarda una piccola parte della popolazione, mentre la maggioranza preferisce scegliere la strategia del carcerato, per vari motivi, principalmente:

  1. Non sente di avere le capacità o le opportunità di puntare alla strategia del traguardo.
  2. Non ha oggetti d’amore quotidiani che la portino a non rendere necessaria l’evasione periodica dal lavoro.

Scartato il traguardo, il soggetto si rassegna, magari allocando tutti o gran parte dei risparmi per migliorare il suo tenore di vita attuale (la sua vita in carcere): prima viene il tenore di vita e poi il risparmio (tanto il traguardo non gli interessa). Si può permettere questo o quello, ma, di fatto, si permette solo una libera uscita, un’evasione dalla sua vita di carcerato: preferisce una libera uscita al mese o alla settimana piuttosto che uscire di prigione 10 o più anni prima (traguardo) oppure ogni giorno, finito il lavoro.

Come detto, i mezzi principali per evadere sono quelli che da un lato portano lontano dalla vita di ogni giorno, a tratti o spesso sentita come “pesante”. Sono mezzi che rispondono all’esigenza di innalzare lo stato emotivo non con gli oggetti d’amore, ma con la novità o la strategia del servito:

  1. Vacanze finalizzate allo staccare dal lavoro, dal cercare qualcosa di “diverso” (diverse dalle vacanze concepite per completare un proprio oggetto d’amore)
  2. Week-end, concepiti come vere e proprie minivacanze (per esempio fughe nelle seconde case)
  3. Uscite al ristorante, ai centri benessere, allo shopping del week-end (strategia del servito, vedasi articolo sullo stato emotivo)
  4. Eventi non finalizzati ai propri oggetti d’amore ecc.

Sull’ultimo punto, si pensi ai musei, a quante persone sono disposte a fare file per vedere un’opera che non saprebbero distinguere da un falso ben fatto, senza conoscere nemmeno il periodo storico dell’autore: solo l’evadere giustifica il millantare una cultura che non hanno e che, tutto sommato, non interessa loro avere.

strategia del carcerato

La strategia del carcerato è una comunissima risposta a un lavoro con basso indice di qualità

Gli oggetti d’amore bastano?

La cartina di tornasole fra i punti 2 e 3 sopraccitati resta comunque l’evasione. Anche chi ha oggetti d’amore può sentire pressante il bisogno di evadere dalla routine quotidiana.

Ci sono persone che con il loro lavoro e i loro oggetti d’amore non sentono minimamente il bisogno di evadere e altre invece che lo sentono comunque più o meno forte. Perché? Alcuni motivi principali:

  1. gli oggetti d’amore non riempiono la giornata; oppure sono più vicini a hobby che a oggetti d’amore (scarsa energia vitale o scarsa capacità d’amare).
  2. Il soggetto è molto condizionato e percepisce i mezzi di evasione come status symbol (apparente).
  3. Una scelta poco concreta degli oggetti d’amore.,

Tali cause possono anche mischiarsi convincendo il soggetto che la strategia del carcerato sia l’unica possibile. Da dettagliare il punto 3): se l’oggetto d’amore è periodico, rischia spesso di diventare un mezzo di evasione; per esempio, se lo sci è un mio oggetto d’amore e vivo a Roma e posso permettermi una settimana bianca all’anno, lo sci diventerà un’evasione; diverso è per chi abita a Livigno e può sciare ogni giorno! Quindi impariamo a essere semplici e a scegliere oggetti d’amore che si possono vivere con alta frequenza.

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