Riferiamoci a un articolo teorico per capire questi tre concetti: efficacia, efficienza, concretezza. Riportiamo comunque le definizioni:
- efficacia: capacità di svolgere un lavoro
- efficienza: capacità di svolgere un lavoro con un’allocazione minima di risorse (di solito tempo e/o denaro)
- flessibilità: capacità di essere efficienti quali che siano gli obiettivi proposti.
Vediamo un esempio scolastico.
Efficace, ma non efficiente, è uno studente che si laurea studiando 10 ore al giorno. Efficiente quello che si laurea studiando 4 ore al giorno. Efficiente, ma non flessibilequello che si laurea velocemente, ma solo in determinate facoltà. Flessibile quello che si laurea studiando 4 ore al giorno in qualunque materia, a prescindere dal fatto che la materia gli piaccia o no.
Quello che ognuno dovrebbe fare è valutare il proprio grado di efficacia e di efficienza. In molti lavori occorre però essere anche flessibili. Infatti, quando si parla di efficienza si dà per scontato che l’obiettivo sia chiaro, ci piaccia, si sia motivati a perseguirlo ecc. e che la persona si focalizzi su di esso: se è efficiente con una piccola allocazione di risorse sa raggiungerlo.
Purtroppo nel mondo del lavoro non sempre l’obiettivo è definito o è quello verso cui vorremmo orientarci, anzi, a volte è proprio la scelta degli obiettivi corretti che porta a essere vincenti.
In altri termini:
- una persona efficace, ma non efficiente, dovrebbe svolgere solo mansioni subordinate, dove il tempo non è un parametro fondamentale;
- una persona efficiente, ma non concreta, dovrebbe svolgere solo mansioni che rientrano nell’ambito della sua efficienza, poco variabili;
- una persona flessibile può svolgere mansioni diversificate.
Quando a un colloquio l’aspirante lavoratore si dice disposto a fare “qualunque lavoro” mostra una certa immaturità se non aggiunge la frase “io so essere una persona flessibile e mi adatto a ogni circostanza con la massima efficienza”.
Dovrebbe essere ormai chiaro che la flessibilità è un parametro fondamentale per reggere in tutti quei contesti dove i parametri del lavoro sono variabili; ciò spiega perché persone molto efficienti cadano in crisi al mutare degli scenari: non sono persone flessibili(o per lo meno hanno tempi troppo lunghi per tornare a essere efficienti nel nuovo scenario).
In particolare, in quei lavori dove l’autonomia è fondamentale, si devono prendere decisioni su problemi e scenari mutevoli, è necessario che il lavoratore sia flessibile.
Per approfondire
Gli altri articoli del nostro “Manuale di sopravvivenza sul lavoro“: