Superbrain è una trasmissione televisiva andata in onda in prima serata su Rai 1 per due edizioni tra il 2012 e il 2013; è l’adattamento italiano di Deutschlands SuperHirn, format tedesco di Endemol andato in onda su ZDF nel 2011. Il programma è tornato in onda con una nuova edizione durante la stagione televisiva 2017-2018. Il programma dovrebbe portare all’attenzione dei telespettatori le supermenti. Ho visto una puntata e l’ho trovata veramente deludente, con supermenti che sono poco più di illusionisti.
L’esperto presente in sala, lungi dallo svelare i trucchi, cercava complicate spiegazioni, capaci di colpire solo chi è completamente a digiuno dell’argomento. Vediamo alcuni esempi.
Un concorrente deve indovinare i colori di 10 bicchieri disposti a piramide, per 5 volte, 10 secondi a disposizione per ogni piramide. I colori dei bicchieri sono rosso, giallo, verde, blu e arancione. Grande memoria visiva? No, una banale associazione. Infatti il concorrente non indovina il posto dei singoli colori all’interno delle piramidi, ma solo quanti bicchieri gialli, verdi ecc. ci sono.
Come si fa? Semplice, si associa a ogni colore una cifra. 13.312 indica un bicchiere rosso, tre verdi, tre blu, uno giallo e due arancioni. Ho dieci secondi per memorizzare il numero, alla fine della prova devo semplicemente ricordare 5 numeri. Non facile, ma sicuramente la percentuale nella popolazione di chi ci riesce è maggiore di quella di chi corre la maratona in 2h20′ (un tempo nemmeno a livello nazionale).
Un altro concorrente deve indovinare quante tessere di uno stupendo domino sono cadute; la conduttrice ci vende la storiella che dal rumore delle tessere la persona riuscirebbe a contarle. In realtà, ed è la stessa conduttrice che lo svela, ogni 5 secondi ne cadono 410,82 al secondo. Il concorrente non supera la prova, ma sbaglia di pochissimo, dice 8.462 contro il numero esatto di 8.404 (poteva sbagliare al massimo di 15 tessere in più o in meno): sembra comunque una performance incredibile. In realtà, domini e tessere nulla c’entrano, il concorrente (musicista, quindi con il senso del ritmo) è solo abile a contare i secondi dal via allo stop (poi moltiplica per 82). Infatti la prova dura 1’42″5; lui ha contato 1’43″2. Cioè ha sbagliato di 7 decimi, un errore di un secondo su 2 minuti circa. Bravo, ma niente di eccezionale.
Veniamo al trucco con cui potrete stupire i vostri amici, quello più appariscente, ma anche quello più “facile”. Un ottantenne calcola i decimali della divisione di un numero scelto a caso fra 11 e 99 per 109. Sembra un’impresa pazzesca, ma è alla portata di qualunque laureando in matematica, ingegneria, informatica o simili (se non ci riuscite, riflettete sul vostro cammino). Premettiamo che il numero a caso è un effetto scenico in più perché il procedimento non cambia. Requisiti:
a) sapere la tabellina del 9 (viste le magre che sull’argomento fanno i concorrenti de L’eredità, in Italia è cosa rarissima);
b) sapere fare velocemente la sottrazione di due numeri di 3 cifre, del tipo 800-763.
Dal punto a) si trova subito la tabellina del 109: 109, 218, 327, 436, 545, 654, 763, 872, 981.
Il concentrato concorrente snocciola ogni 2″ una cifra decimale con grande effetto scenico. Per esempio 98/109 fa 0,8990825688…
Come fare? Ecco i passi per snocciolare una cifra:
1) Si aggiunge uno zero: 980
2) Poiché 981 è maggiore di 980 (9×109=981), la cifra è 8.
3) Per trovare il nuovo punto di partenza si deve eseguire la sottrazione 980-872=108 e si ritorna in 1. Si noti che ogni volta si deve “ricordare” un solo numero (980, 1080 ecc.) e ricominciare da esso.
Anche le altre “prove” spesso con il cervello nulla c’entrano, ma sono solo il frutto di un’esperienza enorme sull’argomento: l’esperienza crea associazioni che sfuggono a chi non l’ha.
Per esempio, se mi mostrate per 10″ una posizione tratta da una partita di scacchi in cui ci sono ancora molti pezzi (per esempio dopo una decina di mosse senza molti cambi), la so riprodurre senza problemi. La mia esperienza mi ha insegnato a riconoscere posizioni tipiche (per esempio le strutture pedonali, la posizione dei Cavalli in una data apertura, gli arrocchi ecc.) che sfuggono a chi cerca semplicemente di memorizzare la posizione di ogni pezzo! Analogamente, più il livello di gioco sale, il giocatore sa riprodurre a memoria la partita appena giocata: non è questione di memoria, ma semplicemente di farla rigiocare alla sua esperienza secondo regole consolidate.
Da ultimo, un altro aneddoto scacchistico. Un giornalista chiese al Grande Maestro russo V. Ivanchuk quante partite avesse nel suo database (gli scacchisti usano database di partite per vedere la frequenza con cui sono state giocate certe mosse in una posizione, da chi, con che risultato ecc.). Ivanchuk rispose: “10.000”. Il giornalista rimase stupito: “ma, un qualunque amatore possiede database elettronici con almeno qualche milione di partite!”. Al che Ivanchuk: “Mi scusi, non avevo capito, 10.000 sono le partite che io ricordo a mente!”.
Non so se l’aneddoto è stato gonfiato, se Ivanchuk le ricordi tutte bene e per intero, ma sicuramente per chi passa la vita giocando a scacchi è “facile” ricordare centinaia di partite.