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E-book ed e-book reader

E-book (anche eBook o ebook) è un termine inglese utilizzato per indicare un libro in formato elettronico (digitale); tale termine è infatti l’abbreviazione di electronic book. Il dispositivo di lettura dei libri digitali è il cosiddetto e-book reader (anche e-book reader o e-reader). Molto spesso il termine e-book viene utilizzato per indicare anche il dispositivo di lettura, mentre il termine e-reader viene utilizzato per indicare il software che permette la lettura dei file contenuti nel dispositivo.

Generalmente gli e-book reader non svolgono la mera funzione di lettura dei file, ma sono dotati di numerose altre funzionalità, pensiamo per esempio al celeberrimo iPad della Apple. L’iPad, oltre a essere un e-reader, può essere utilizzato per ascoltare musica, gestire fogli elettronici, documenti di testo, presentazioni, contatti, posta elettronica e molto altro ancora.

E-book: la nuova frontiera dell’editoria?

Può sembrare strano, ma l’e-book è nato molto tempo fa. L’anno di nascita del libro elettronico è da molti considerato il 1971; in quell’anno venne infatti inaugurato il cosiddetto progetto Gutenberg, un’iniziativa partorita dalla mente di Michael Hart, un allora giovane studente che frequentava l’università dell’Illinois. Il progetto Gutenberg è tuttora attivo, ma le cose sono profondamente cambiate dai quei primi tempi pioneristici.

Qualche anno fa (2010), alla prima stesura di questo articolo, scrivemmo: “L’e-book sembra infatti ormai destinato a diventare la nuova frontiera dell’editoria”. Ma le cose non sono andate poi così bene per gli e-book come le stime di allora autorizzavano a pensare. In effetti, le notizie che arrivano da oltreoceano non sono poi confortanti per i libri in formato digitale; relativamente all’anno 2015, le vendite di e-book sono scese del 10% nel periodo gennaio-maggio come puntualizza l’Association of American Publishers utilizzando i dati forniti da circa 1.200 editori; un dato che nessuno si sarebbe aspettato cinque anni fa quando le vendite del formato digitale erano salite del 1.260% fra il 2008 e il 2010, tant’è che gli esperti avevano previsto un sorpasso degli e-book nei confronti del cartaceo proprio nel 2015; in realtà, negli USA, Paese tecnologicamente avanzato, il formato e-book rappresenta soltanto un quinto del mercato complessivo. Significa quindi che molti sono tornati ai libri di carta abbandonando i lettori digitali o che, comunque, sono diventati lettori “ibridi” (utilizzano sì l’e-reader, ma continuano anche ad attingere al mercato cartaceo). Con le vendite di e-book in stallo, anche la vendita degli e-reader ha subito un certo rallentamento. Sempre in riferimento al mercato statunitense, la Forrester Research fa notare che sono state “solo” 12 milioni le unità commercializzate nel 2014, contro i 20 milioni fatti registrare nel 2011.

E l’Italia? Secondo il rapporto All Brain, presentato a New York nel gennaio del 2015 alla Digital Book World Conference 2015, le cifre relative al 2014 sono le seguenti:

  • 87 milioni di libri cartacei venduti (87% offline, 13% online) per una spesa complessiva al consumo di euro 1,1 miliardi [il canale principale di vendita è costituito dalle librerie di catena con il 41% del totale venduto; il canale online è il più piccolo al momento, ma è l’unico in crescita (+8% vs. 2013)].
  • 7 milioni di e-book venduti per un volume d’affari al consumo nell’intervallo 39-44 milioni di euro). L’incidenza e-book sul totale libri venduti è del 3,8% a valore e del 7,4% a volume, essendo il prezzo medio circa. la meta di quello del libro di carta (12 euro). Il negozio online leader di mercato è Kindle di Amazon con circa il 50% della quota di mercato, seguito da Kobo e iBookstore di Apple rispettivamente con circa il 20% e il 14%.

E-book: cos’è esattamente?

Gino Roncaglia ha dato una definizione decisamente esauriente di e-book: “un testo elettronico ragionevolmente esteso, compiuto e unitario (“monografia”), opportunamente codificato ed eventualmente accompagnato da metainformazioni descrittive, accessibile attraverso un dispositivo hardware e un’interfaccia software che consentano una lettura comoda e agevole …omissis … e la capacità di dare accesso a tutte le tipologie di organizzazione testuale proprie della cultura del libro, consentendone una fruizione completa e soddisfacente“.

I formati dell’e-book

e-book ed e-readerPer “costruire” un e-book possono essere utilizzati diversi formati di tipo digitale. La prima grande distinzione di tali formati è quella tra formati testuali, formati di immagini e formati audio.

Di queste tre tipologie la più sfruttata è sicuramente la prima, quella dei formati testuali; un formato testuale permette, oltre alla creazione di ipertesti, la possibilità di inserire all’interno dei documenti contributi sotto forma di immagini, audio e video. Fra i più noti ricordiamo i formati ASCII, Word, RTF e PDF; questi formati, per quanto utilizzatissimi, non sono però stati creati in funzione dell’editoria digitale al contrario di altri formati nati appositamente per questo scopo; tra questi ricordiamo i formati ePub, LIT, PDB, Mobipocket e FictionBook. Di seguito una breve descrizione di questi ultimi.

ePub – L’ePub (anche EPub, epub o EPUB, abbreviazione per electronic publication, pubblicazione elettronica) è con tutta probabilità lo standard più diffuso a livello di editoria digitale ed è basato sul linguaggio XML. L’ePub è un formato “aperto” (è cioè libero da restrizioni di tipo legale che limitino il suo utilizzo, al contrario di quanto accade con i cosiddetti formati proprietari) adottato come standard, a partire dal 2007, dall’International Digital Publishing Forum.

Fra le sue numerose caratteristiche si ricordano il testo re-flowable (ovvero un testo “re-impaginabile”, ottimizzabile in base al tipo di lettore che viene utilizzato), il supporto DRM (Digital Rights Management, gestione diritti digitali, vedasi paragrafo dedicato), la possibilità di incorporare font ecc.

Sono numerosi i software in grado di leggere tale formato, per esempio Adobe Digital Editions, Calibre, Stanza e Bookworm senza dimenticare il browser Mozilla Firefox che può aprire tale formato grazie all’installazione di un apposito plug-in (EPUBReader).

Lit – Il formato Lit è un formato proprietario della Microsoft. È un formato leggibile su pc tramite il software Microsoft Reader. La creazione di un e-book in formato Lit può essere effettuata tramite un apposito software, ReaderWorks, della Overdrive.

MobiPocket – Il Mobipocket è il formato utilizzato dal celebre e-reader Amazon Kindle (vedasi paragrafo successivo).

FictionBook – Il FictionBook è un formato utilizzato da particolari tipi di e-reader quali FBReader, AlReader ecc.

I lettori di e-book (e-book reader): qualche idea

kindleÈ doveroso premettere che, pur parlando di generico e-reader, i dispositivi in questione sono molto spesso, come accennavamo in apertura di articolo, dei piccoli “personal computer” le cui caratteristiche vanno ben al di là della mera funzione di lettori di documenti digitali; comunque, per brevità e comodità, in questo paragrafo indicheremo questi dispositivi semplicemente come lettori di e-book o e-reader.  Fra gli e-reader più in voga ricordiamo Kindle e Kobo; di seguito alcune brevi indicazioni.

Kindle Touch – Si tratta di uno degli e-reader più noti; è prodotto da Amazon. Costa meno di 70 euro. Ha un display da 6″ con tecnologia e-ink, una risoluzione di 167 PPI, misura 169x119x10,2 mm, pesa 191 g. Dotato di connessione Wi-Fi, consente di acquistare attraverso il Kindle Store di Amazon. Ha un’autonomia massima di 1 mese, dispone di comandi touch e supporta tutti i principali formati di ebook, eccetto gli ePub. Ha 4 GB di memoria interna e si appoggia ad Amazon Cloud per l’archiviazione automatica di tutti i contenuti che vengono acquistati o scaricati dallo store di Amazon. Non è retroilluminato e non supporta la rete 3G.

Kindle Paperwhite – Ha uno schermo da 6″ ad alta risoluzione (221 DPI) è un po’ più stretto e sottile del precedente (169x117x9,1 mm); pesa 206 g. Il Paperwhite è dotato di retroilluminazione, la potenza del processore è stata aumentata, rendendolo più veloce del 25%. La batteria può durare fino a 2 mesi. È disponibile in versione solo Wi-Fi e nella variante con supporto 3G. Costa circa 130 euro (solo Wi-Fi) o circa 190 euro (Wi-Fi+3G).

Kindle Fire HD – Unisce le funzioni di un tablet a quelle di un e-book reader. È dotato di uno schermo 7″ HD con risoluzione 216 PPI/1280×800 e tecnologia IPS. La memoria interna è di 8 GB (oltre all’archiviazione gratuita e illimitata nel cloud per tutti i contenuti Amazon). Misura 191x128x10,6 mm per un peso di 345 g. Costa circa 140 euro.

Kobo Touch – È attualmente uno dei più temibili avversari del Kindle. Ha totale compatibilità con il formato Epub; si appoggia allo store di Mondadori. Lo schermo touch è da 6″, a inchiostro elettronico con definizione di 167 PPI (senza retroilluminazione). Misura 114x165x10 mm e pesa 185 g. Ha una memoria interna da 2 GB espandibile fino a 32. Supporta il Wi-Fi, i file PDF e MOBI nonché i fumetti CBZ e CBR. L’autonomia della batteria è di un mese. Costa circa 80 euro.

Kobo Aura – Simile al precedente; ha uno schermo da 6″ con una risoluzione di 1014×758 e luce frontale ComfortLight, 4 GB di memoria interna e supporto Wi-Fi. Pesa 174 g e ha un’autonomia di 2 mesi. I prezzi oscillano, a seconda delle offerte e degli store, da 100 a 190 euro.

Non abbiamo inserito fra le descrizioni l’iPad in quanto definirlo e-reader, viste le sue potenzialità, è decisamente riduttivo.

Ovviamente sul mercato esistono molte altre soluzioni, più o meno valide; vista la variabilità delle caratteristiche e delle offerte, è impossibile essere esaustivi e totalmente precisi; lo scopo è solo quello di dare qualche indicazione di massima sulle soluzioni attualmente più in voga senza voler togliere nulla ad altre realtà.

Il supporto DRM (Digital Rights Management)

DRML’espressione Digital Rights Management (abbreviata normalmente con l’acronimo DRM) indica sostanzialmente una combinazione di sistemi software e hardware il cui scopo è quello di tutelare i diritti di creazione e di proprietà relativi a opere dell’ingegno realizzate in formato digitale.

Attraverso i supporti DRM si vuole pertanto fornire una protezione efficace dall’uso non autorizzato di un determinato contenuto digitale.

Il sistema DRM può essere presente sia su supporti multimediali fisici (per esempio i compact disc o i DVD) oppure nei file presenti online (file musicali, e-book, immagini ecc.); il trasferimento online dei file può avvenire sia via Internet sia grazie ai sistemi di comunicazione mobile o anche per mezzo delle reti televisive che agiscono in modo interattivo.

Di fatto, il distributore del contenuto multimediale può, attraverso i sistemi DRM, verificare che l’accesso al prodotto venga effettuato esclusivamente da colui che ha acquistato i diritti di visualizzazione (o ascolto); a tale scopo, il distributore fornisce, dopo il pagamento, delle chiavi di accesso che permettono all’utente finale di usufruire del prodotto. Generalmente sono previste delle limitazioni per quanto concerne la copia, la stampa e la distribuzione. Naturalmente è compito del distributore del prodotto, una volta concesso all’utente finale il diritto ad accedere al contenuto digitale, assicurarsi che tutti coloro che hanno partecipato ai vari processi (creazione, produzione e distribuzione) vengano pagati in base a quanto stabilito contrattualmente; esistono a tale scopo appositi software (vedasi per esempio il Meta Trust Utility della InterTrust).

Esistono diverse tipologie di DRM, fra le più note ricordiamo il sistema FairPlay della Apple, il Windows Media DRM della Microsoft, i sistemi DRM di Adobe e l’ormai “vecchio” Content Scrambling System, sviluppato nel 1996 da Matsushita e Toshiba) utilizzato generalmente per la protezione dei DVD.

Riassumendo grossolanamente, possiamo dire che le tecnologie DRM servono a criptare i contenuti digitali per fare in modo che i soli che possono usufruire di tali contenuti siano coloro che hanno acquisito tale diritto dietro il pagamento di un compenso stabilito dal produttore o dal rivenditore. È ovviamente obbligatorio che, prima dell’acquisto, il produttore o il rivenditore rendano noti diritti e doveri (eventuali limitazioni) dell’utente finale.

La questione sull’utilità e la “bontà” dei supporti DRM è questione alquanto controversa e le visioni su tale questione sono spesso diametralmente opposte.

Cerchiamo di fare un esempio pratico per cercare di capire meglio come funzionano le cose.

Un esempio pratico – Supponiamo che un utente possieda un account presso un server Adobe oppure Mobipocket; a tale account vengono associati tot ID (mediamente 5, ma possono essere più o meno); ogni ID è “collegato” a un software di lettura; supponiamo di possedere un personal computer, un notebook, un iPhone, un cellulare e un e-reader nei quali è installato il software necessario alla lettura; 5 ID sono quindi associati all’utenza in questione (uno per ogni software che risulta installato sui 5 dispositivi citati sopra). Effettuiamo ora un acquisto di un e-book; i dati di tale e-book vengono criptati tramite la creazione di una licenza che è “personale” ovvero associata all’utenza che ha effettuato l’acquisto; per la decrittazione dell’e-book (e conseguente fruizione del contenuto) è necessario utilizzare i dispositivi che sono associati all’utenza nel momento in cui l’acquisto viene effettuato; se l’utente passa il file a un’altra persona, quest’ultima non è in grado di decrittare il file e quindi non può fruirne; raggiunto il limite degli ID concessi, il file non può essere letto su altri dispositivi; si potrebbe dire che 5 ID non sono pochi; forse sì e forse no; supponiamo che il nostro utente sopracitato debba (o voglia) comprare un nuovo personal computer; su quest’ultimo dispositivo il file non è leggibile; che si fa? Si deve procedere alla dissociazione dell’ID dal vecchio personal per associarlo a quello nuovo; la cosa non è impossibile, ma sicuramente è molto macchinosa (per non usare altre espressioni…). Quindi, se il nostro utente vuole prestare il libro all’amico deve prestargli… uno dei dispositivi. Lasciamo perdere il fatto che non esistono supporti DRM inviolabili, è sufficiente essere dotati di appositi software (copiare per esempio un DVD protetto è piuttosto semplice e nemmeno troppo dispendioso), ma la cosa non è legale; del resto anche far soldi alla svelta può essere facile: basta rapinare una banca…

Per cercare di ovviare alle problematiche che nascono dal cosiddetto hard DRM si sono cercate soluzioni più soft. Attualmente la risposta più convincente sembra essere nei cosiddetti Social DRM e nel watermarking; tali soluzioni praticamente consistono in una personalizzazione del file senza l’utilizzo di sistemi di crittazione; il file è quindi fruibile senza limitazioni, ma contiene le informazioni sul soggetto che ha effettuato l’acquisto. Il Social DRM sembra al momento un buon compromesso che non penalizza eccessivamente né l’acquirente (che potrà passare il file a un certo numero di persone di sua conoscenza) né il rivenditore (è molto improbabile e sicuramente deleterio per l’acquirente che si faccia pirateria su larga scala utilizzando un file che contiene informazioni personali) e in effetti diverse case editrici online sembrano orientarsi verso questa soluzione.

La pubblicazione di un e-book

Come è possibile pubblicare un e-book? Sostanzialmente le strade sono due: la prima è quella dell’autopubblicazione, la seconda è quella di rivolgersi a un editore online.

La strada dell’autopubblicazione implica ovviamente che tutte (o quasi) le fasi di costruzione dell’opera e quelle successive debbano essere fatte in prima persona (scrittura, correzione di bozze, conversione del formato, impaginazione, creazione del sito di vendita, pubblicità, marketing, posizionamento nei motori di ricerca, gestione della protezione del file, servizio di gestione degli ordini e dei pagamenti ecc.); seguire tutte le fasi della creazione di un libro digitale può essere impresa non banale se si desidera ottenere un risultato altamente professionale.

Rivolgersi a un editore online può alleggerire molto la mole di lavoro; ovviamente la redditività potrebbe esserne penalizzata; la cosa dipende anche da quali sono le fasi che si intendono comunque seguire in prima persona (per esempio l’impaginazione). È comunque possibile decidere di affidare all’editore tutte le fasi di lavoro successive alla stesura dell’opera; affidarsi a un editore serio dovrebbe essere garanzia di una resa professionale, obiettivo certamente più difficile se si decide di seguire tutto in prima persona. La scelta della casa editrice deve essere valutata attentamente in base a diversi parametri tra i quali le tipologie di servizio rese, i costi che si è deciso di sopportare ecc. Non è quindi una scelta da fare in modo avventato.

Fra le realtà più interessanti segnaliamo Streetlib e, ovviamente, Amazon con Kindle Direct Publishing.

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