Una volta i mutui erano decennali, al massimo ventennali, erano una specie di mostro da sconfiggere per raggiungere uno scopo da godersi ancora abbastanza giovani. Oggi il mostro diventa sempre più asfissiante.
Tempo fa, una, peraltro piacevole, pubblicità della Banca Intesa SanPaolo ci mostrvaa due giovani innamorati che stavano chiedendo informazioni per un mutuo. Lo spot vendeva come un plus la durata quasi eterna del mutuo, 40 anni, precisando che in tal modo le rate risultano meno pesanti.
Senza rimarcare ancora una volta come l’abitudine a contrarre debiti stia sempre più radicandosi nella nostra società, è significativo come la stipula di un mutuo sia l’equivalente odierno della schiavitù. 40 anni sono tutta una vita che le persone si impegnano a vivere parzialmente per la banca per la sciocca aspirazione di avere una bella casa. Quante rinunce dovranno fare in quei 40 anni? Quante volte la rata mensile prosciugherà i loro guadagni e l’ansia di doversi contare i soldi in tasca per permettersi questo o quello rovinerà le loro giornate?
Non sarebbe più logico e saggio ridimensionare le proprie aspettative e accontentarsi di una casa più modesta?
Ricordiamocelo: finché non finiamo di pagare il mutuo,
la casa non è nostra, “praticamente” è della banca.
Quindi se invitiamo un amico non diciamo: “ti piace la mia casa?”, ma “ti piace la casa della mia banca?”.