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Rododendro

Il rododendro è una bellissima pianta appartenente al genere Rhododendron e alla famiglia delle Ericacee, quest’ultima comprende un centinaio di generi e migliaia di specie.

I rododendri sono molto simili alle azalee (tant’è vero che per molti si tratta della stessa cosa), ma le due piante hanno però alcune caratteristiche che le differenziano; le azalee, per esempio, di norma hanno dimensioni inferiori e, contrariamente ai rododendri, che producono fiori riuniti in grappolo, tendono a produrre un solo bocciolo per stelo.

I rododendri crescono generalmente come piante arbustive, ma, anche se più raramente, possiamo trovarli sotto forma di alberi; vi sono per esempio specie molto piccole e altre la cui altezza è molto elevata (qualche decina di metri).

Le foglie, disposte a spirale lungo il fusto, sono generalmente di forma ovale; i margini possono essere lisci oppure dentellati e il colore è verde scuro; in alcune specie la pagina inferiore può essere bronzea, grigio-argento, ruggine o marrone. Vi sono poi specie sempreverdi e altre caducifoglie.

I fiori del rododendro ricordano la forma di un imbuto e possono avere petali lisci o ondulati; possono essere singoli o riuniti a grappoli; i colori sono moltissimi perché moltissime sono le varietà e ancor di più sono gli ibridi.

Nel nostro Paese si possono trovare due specie spontanee del rododendro, il Rhododendron hirsutum e il Rhododendron ferrugineum che crescono sulle Alpi e sugli Appennini.

Le varietà utilizzate a scopo ornamentale sono veramente molte, fra quelle più comuni si ricordano il Rhododendron ponticum, il Rhododendron decorum, il Rhododendron catawbiense e il Rhododendron lutescens.

Rododendro – Coltivazione e cura

Il rododendro è indubbiamente una bellissima pianta, ma non si può certo dire che sia facile da coltivare; è quindi opportuno che i meno esperti si cimentino con altri tipi di pianta.

Nella maggior parte dei casi la propagazione del rododendro viene effettuata tramite talea (la propagazione per seme è sconsigliata) in quanto è la pratica che garantisce, per quanto riguarda questa pianta, le maggiori probabilità di successo.

Per effettuarla è necessario prelevare, nel mese di giugno, una talea da un ramo dell’anno precedente (per informazioni sulla tecnica si consulti il nostro articolo Talea). La nuova pianta avrà le stesse caratteristiche della pianta madre.

In seguito la talea va posta in un vaso con un substrato costituito per il 50% da terriccio sabbioso e per il 50% da torba (si veda il nostro articolo Terriccio per approfondimenti). I vasi devono essere poi posizionati in zone ben protette dal sole e con una discreta umidità. Le nuove radici (le cosiddette radici avventizie) richiedono alcune settimane per svilupparsi a dovere; una volta che ciò è avvenuto, la talea può essere posta in vaso o in piena terra. Ogni anno, o al massimo ogni due, si dovrebbe effettuare un rinvaso sostituendo il contenitore e arricchendo il substrato con della sostanza organica (aghi di pino, torba ecc.).

Il substrato di coltivazione più adatto alla coltivazione del rododendro è un terreno dotato di un buon drenaggio e con un pH compreso tra 4,5 e 6 (un substrato acido quindi); terreni neutri o basici consentono comunque la coltivazione, ma è opportuno apportare dei correttivi; è necessario fare una buca nel terreno, ricoprirne il fondo con del tessuto non tessuto e poi riempire la buca con terriccio per piante acidofile; il problema, ovviamente, non sussiste per la coltivazione in vaso per quali si sceglierà fin da subito il substrato più adatto. I terreni argillosi dovrebbero essere corretti con sabbia o torba.

È necessario che il substrato di coltivazione venga mantenuto sempre piuttosto umido (ma vanno evitati i ristagni idrici); le irrigazioni dovranno essere regolari e aggiustate in base alle condizioni climatiche, alla stagione e al posizionamento della pianta; si ricordi che comunque non si deve mai esagerare con la quantità di acqua fornita alla pianta. Dal momento che, come detto, il rododendro è una pianta acidofila, è opportuno evitare innaffiature con acqua eccessivamente calcarea.

Per quanto riguarda l’esposizione, il rododendro non ama troppo le posizioni molto soleggiate, preferisce invece posizioni più ombreggiate, al riparo di una siepe o sotto un albero.

Vi sono poi alcune varietà, di origine tropicale e subtropicale, che vanno coltivate in vaso e messe al riparo durante i mesi più freddi (in casa oppure, se ne dispone, in una serra); altre varietà, al contrario possono crescere soltanto se sono poste in piena terra e sono in grado di resistere benissimo anche a temperature che scendono sotto lo zero; peraltro, queste ultime varietà hanno effettivamente bisogno di trascorrere dei periodi a bassa temperatura (vernalizzazione) affinché l’anno successiva possa aver luogo la fioritura. Può comunque essere opportuno effettuare la pacciamatura così da proteggere gli apparati radicali da temperature eccessivamente rigide.

I rododendri non amano le correnti d’aria e quindi vanno posizionate in modo opportuno, sia che si trovino in casa, sia che si trovino all’aperto.

È necessario che il substrato di coltivazione venga mantenuto sempre piuttosto umido (ma vanno assolutamente evitati i ristagni idrici); a tale scopo le irrigazioni dovranno essere regolari e aggiustate in base alle condizioni climatiche, alla stagione e al posizionamento della pianta; si ricordi che comunque non si deve mai esagerare con la quantità di acqua fornita alla pianta. Dal momento che, come detto, il rododendro è una pianta acidofila, è opportuno evitare innaffiature con acqua eccessivamente calcarea. Di norma la frequenza delle annaffiature andrà aumentata in estate, mentre nei mesi più freddi potrebbero addirittura essere sufficienti le precipitazioni atmosferiche. Le piante coltivate in appartamento devono essere irrigate in modo da mantenere il substrato umido, ma non zuppo d’acqua.

Per quanto riguarda la concimazione, è opportuno, nel corso del periodo vegetativo e durante quello della fioritura, concimare la pianta con fertilizzanti appositamente studiati per piante acidofile. Le concimazioni possono essere effettuate ogni due o tre settimane utilizzando i concimi liquidi da miscelare all’acqua di irrigazione; altrimenti si può optare per i granulari a lenta cessione che possono essere utilizzati ogni tre mese.

Al termine della fioritura è necessario effettuare la potatura; dovranno essere rimossi i rami secchi o danneggiati (questo va fatto sia al termine della stagione invernale sia nel corso dei mesi più caldi) o accorciati i rami troppo lunghi. I fiori che cominciano ad appassire vanno rimossi.

Rododendro - Coltivazione - Cura - Avversità

Le varietà di rododendro utilizzate a scopo ornamentale sono veramente molte, fra quelle più comuni si ricordano il Rhododendron ponticum, il Rhododendron decorum, il Rhododendron catawbiense e il Rhododendron lutescens.

Avversità

Per quanto concerne parassiti e malattie, va ricordato che sono diversi gli attacchi che il rododendro può subire. Un’eccessiva umidità e i ristagni idrici possono essere causa di marciumi a carico di radici e colletto; nei casi più gravi si possono avere marciumi anche a carico di foglie e fusto.

Un fungo pericoloso per queste piante è l’Exobasidium rhododendri, un parassita che provoca la formazione di galle spugnose sulle foglie. Quando ciò si verifica è necessario provvedere a un’immediata pulizia.

Il rododendro può essere attaccato anche dalla muffa grigia.

Altre avversità che possono danneggiare la pianta sono il ragnetto rosso, che fa comparire delle macchie gialle sul fogliame, gli afidi e le cocciniglie che succhiano la linfa della pianta e la indeboliscono.

Funghi, parassiti e acari devono essere combattuti con fungicidi, antiparassitari e acaricidi.

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