La menta è una pianta erbacea perenne appartenente al genere Mentha e alla famiglia delle Lamiacee (anche Labiate); è presente in modo diffuso in Europa, Asia e Africa. È una pianta tipica delle pianure, con fiori bianchi o rosa-violacei, di cui si utilizzano le foglie, che contengono un olio essenziale costituito soprattutto da mentolo.
Già descritta nell’Antico Testamento, era conosciuta e utilizzata a scopo medicinale e sacro dagli egizi; anche il medico romano Galeno utilizzava la menta per le sue virtù medicinali. Il suo consumo aumentò nel corso del tempo; Carlo Magno emise diversi editti destinati a proteggere questa pianta. Le coltivazioni della menta iniziarono verso la metà del XVIII secolo in Inghilterra; da qui iniziò poi la sua diffusione in molti altri Paesi del mondo.
Attualmente viene soprattutto coltivata nei Paesi dal clima temperato, più raramente nei Paesi dal clima tropicale.
Menta: le varietà
Esistono molte varietà della pianta; di seguito una breve rassegna delle più conosciute e utilizzate.
Menta piperita – Probabilmente è la varietà più nota in assoluto; trattasi di un ibrido spontaneo tra Mentha aquatica e Mentha viridis; è una pianta che può raggiungere i 70 cm di altezza; ha rizoma legnoso e un andamento stolonifero (gli stoloni sono rami laterali che spuntano da gemme ascellari vicino al colletto della pianta). Ha fiori piccoli con un calice color porpora e la corolla violetta o biancastra. I frutti producono semi dalla germinabilità piuttosto scarsa. La fioritura avviene tra la fine della primavera e l’inizio dei mesi estivi.
Menta acquatica (Mentha aquatica) – Nota anche come menta acquaiola, è una varietà che predilige terreni umidi e acquitrinosi. La caratterizza l’infiorescenza a capolino. Ha pochi fiori e fusti eretti ricoperti da peluria.
Menta arvense (Mentha arvensis) – Conosciuta anche come menta campestre, menta salvadega, mentaster o Neta di cort, è una varietà particolarmente diffusa nelle zone submontane e in quelle umide. Predilige terreni limoso-argillosi, da neutri a subacidi.
Menta silvestre (Mentha longifolia o Mentha sylvestris) – Nota anche come menta forte, è un’erbacea perenne il cui fusto può arrivare agli 80 cm di altezza. Ha foglie molto variabili, sia per quanto riguarda la forma sia per quanto concerne le dimensioni. I fiori formano una specie di spiga dalla forma più o meno conica. La corolla, generalmente di colore rosa, è divisa in quattro lobi. Il frutto è costituito da quattro acheni di forma rotondeggiante. Predilige i terreni alluvionali, paludosi o acquitrinosi. La si trova a partire dai 900 m fino ad arrivare ai 2.000.
Menta gentile (Mentha viridis) – Nota anche come menta verde o dolce, erba romana, bonamenta o erba diavolona, è probabilmente la specie più coltivata negli orti casalinghi dopo la celeberrima menta piperita. Ne esistono diverse varietà che hanno differenze abbastanza spiccate in alcune delle loro caratteristiche (colore e forma delle foglie, aroma ecc.). Come altri tipi di menta, anche questa specie viene apprezzata per i vari impieghi sia in ambito gastronomico sia in ambito fitoterapeutico (è soprattutto usata come antiemetico).
Mentastro – Il mentastro (Mentha rotundifolia o Mentha suaveolens), noto anche come menta a foglie rotonde, erba pelosa e sosembre, è un’erbacea perenne che può arrivare fino a 90 cm di altezza. La caratterizza soprattutto l’odore acre e non troppo gradevole. Ha foglie rotondeggianti dal colore verde acceso, spesse e rugose. Raramente utilizzata in cucina, la menta a foglie rotonde viene utilizzata soltanto per preparare alcune bevande e aromatizzare il te. In ambito fitoterapico la si usa per le sue proprietà balsamiche ed espettoranti.
Menta poleggio – (Mentha pulegium) – Nota anche come pulegio o mentastre, è una pianta nana che può arrivare al massimo ai 60 cm di altezza. Le foglie sono piccole, pelose e di colore grigiastro. La caratterizza un odore piuttosto intenso e molto gradevole. Nei tempi antichi era spesso utilizzata per allontanare le pulci (pulegium deriva dal termine latino pulex, pulce.
Mentuccia – La mentuccia (Calamintha nepeta), nota anche come nepetella o nipitella, non fa parte del genere Mentha, ma appartiene comunque alla stessa famiglia. Nella regione Lazio questa pianta viene impropriamente detta Mentha pulegium (vedi sopra). In realtà è piuttosto facile distinguere le due piante perché la nepetella ha infiorescenze a sviluppo verticale con fiori singoli, diversamente dalla menta poleggio che ha infiorescenze rotondeggianti con i fiori ravvicinati.
La coltivazione in orto e in giardino
Non è difficile coltivare la menta nel giardino oppure nell’orto. Infatti, l’unica esigenza della pianta è di essere collocata in pieno sole. Alcune specie sono adatte per contornare le rive fangose di laghetti e stagni, come la Mentha aquatica. Altre, come la Mentha pulegium, sono ottime tappezzanti, di piccola o media altezza (10-40 cm).
Dal punto di vista del terreno è sufficiente che sia umido, anche se povero (le concimazioni non sono necessarie). Alcune specie sono invadenti, pertanto conviene piantarle in vasi profondi inseriti successivamente nel terreno oppure in aiuole ben delimitate. La menta acquatica può essere coltivata anche in acqua in vasi sommersi fino a 10-15 centimetri di profondità. Per quanto riguarda la propagazione è possibile dividere i rizomi in qualunque periodo durante la stagione vegetativa. È possibile fare anche talee apicali in primavera inoltrata o in estate. La semina è preferibile che sia in vaso, in serra fredda all’inizio della primavera.
Non è necessario potare le piantine di menta, se non dopo la fioritura per riordinare la pianta o per limitare l’esuberanza delle varietà più invasive. I principali attacchi alla pianta di menta sono l’oidio (nelle primavere umide) e la ruggine (se il terreno risente della siccità estiva).