La lavanda (Lavandula officinalis o Lavandula angustifolia), nota anche come fior di spigo, nardo, archemissa e spigo, è una pianta erbacea perenne sempreverde di dimensioni limitate (dai 40 ai 100 cm di altezza) che si sviluppa sotto forma di arbusto; ha fusto eretto e foglie lanceolate dal colorito verde-grigiastro; i fiori, molto profumati, sono di colore violetto e fanno la loro comparsa nel periodo che va da giugno a settembre.
La lavanda è una pianta originaria dei Paesi del Mediterraneo, dell’Europa e dell’Africa settentrionale; cresce spontaneamente sulle colline aride e sassose, ma viene coltivata in molti Paesi, in particolar modo in Francia.
La lavanda è una pianta ornamentale, ma ha anche il pregio di attirare le api grazie alla sua fioritura. Da ricordare, il miele di lavanda, molto pregiato. Per le sue proprietà fitoterapiche si veda l’articolo sulla lavanda in fitoterapia.
Coltivazione in giardino
I cespugli di lavanda sono alti 50 cm e tendono a riempire l’aiuola con una classica colorazione grigioverde.
La pianta non teme né la siccità (l’irrigazione va fatta con terreno molto secco, spesso non è nemmeno necessaria) né il vento e quindi è facilmente mantenibile; fra l’altro non necessita di concimazione quando impiantata, anche se, come pianta perenne, gradisce il rinnovo del terreno con concime opportuno. Alcune varietà non temono nemmeno il freddo per cui si può coltivare in tutta Italia.
Il terreno preferito dalla lavanda è quello privo di ristagni d’acqua, calcareo, poco acido.
Seminare la lavanda non è operazione facile, per cui si consiglia di utilizzare una piantina già formata o di riprodurla per talea (nei mesi primaverili, per esempio aprile).
La pacciamatura non è necessaria perché la lavanda tende a espandersi sul terreno a disposizione.
L’essiccazione si effettua in un luogo non soleggiato e con una buona circolazione d’aria (tradizionalmente si usavano i portici delle cascine).
La potatura si effettua una volta all’anno verso la fine dell’estate, a fioritura terminata; un secondo taglio si può fare a inizio primavera. La potatura consiste in una cimatura poco sotto al fiore, poi si diradano gli steli e si tolgono le parti che si espandono troppo al di fuori delle aiuole. Per approfondire l’argomento si consulti l’articolo La potatura della lavanda.
Coltivazione in vaso
La lavanda è una pianta rustica che si caratterizza per la sua notevole resistenza a condizioni climatiche avverse; cresce in modo spontaneo nelle zone collinari su terreni aridi e sassosi; è presente in tutta la nostra penisola ad altitudini comprese fra gli 800 e i 1.500 mt circa.
Campi di lavanda (Francia)
È possibile coltivare questa pianta anche in casa (la specie più adatta è la Lavandula stoechas, più nota come lavanda francese, acquistabile presso un qualsiasi vivaio), utilizzando un vaso piuttosto grande.
Come substrato di coltivazione è consigliabile ricorrere a del terriccio generico da mescolarsi a un buon quantitativo di sabbia e a del concime calcareo.
Una volta sistemata la pianta nel vaso, si annaffi la pianta senza esagerare. L’irrigazione andrà ripetuta soltanto quando la terra ritornerà a essere completamente asciutta; vanno assolutamente evitati i ristagni idrici che potrebbero danneggiarla irreparabilmente.
Il vaso va posizionato in un luogo abbastanza ventilato ed esposto alla luce del sole per buona parte della giornata. I luoghi ideali sono i balconi o i terrazzi esposti a sud; se la pianta viene tenuta in casa la si posizioni vicino a una finestra in modo essere raggiunta dai raggi solari. Se si è deciso di tenerla in casa, si tenga presente che è comunque opportuno portarla fuori quando si arriva alla fine del periodo estivo perché si tratta di una pianta che necessità di essere arieggiata.
Se l’ambiente di casa è poco umido è consigliabile mettere nel sottovaso un po’ di ghiaia da mantenere umida così che l’ambiente circostante risulti più umido senza il pericolo che l’apparato radicale si danneggi a cause di irrigazioni eccessive.
La lavanda in cucina
I fiori, raccolti durante la fioritura e successivamente essiccati, possono essere utilizzati in dosi piccolissime (l’aroma è particolarmente intenso) in cucina per aromatizzare cibi e bevande, mentre i fiori freschi possono essere addizionati a marmellate, gelati, formaggi e aceto.
Anche le foglie essiccate possono essere utilizzate come erba aromatica; avendo un aroma più delicato di quello dei fiori, risultano essere più adatte alla preparazione di ricette salate.