Il gladiolo (dal termine latino gladius, spada, a motivo della forma delle foglie) è una delle piante più diffuse e apprezzate nella nostra Penisola. I gladioli appartengono al genere Gladiolus a sua volta appartenente alla famiglia delle Iridacee.
Si tratta di piante perenni bulbose e rizomatose che nascono spontaneamente nell’area del Mediterraneo, nell’Europa centro-orientale e in alcune zone dell’Africa. A seconda delle specie si possono avere varie altezze (si va dai 20 ai 120 cm circa). Alcune specie nascono spontaneamente anche nel nostro Paese; quella più diffusa è il Gladiolus italicus.
Il gladiolo origina dal cosiddetto cormo, una specie di bulbo-tubero; le foglie sono verdi, i fiori, molto appariscenti, ma al contempo decisamente eleganti, sono portati da spighe erette, hanno una forma a trombetta e sbocciano nel periodo compreso tra luglio e settembre a seconda del periodo di piantagione. La fioritura ha una durata piuttosto breve (due settimane circa); i colori coprono tutta la gamma dei colori fondamentali e delle varie sfumature (arancio, bianco, giallo, rosso ecc.). In molti casi i fiori hanno più colori.
Gladiolus Italicus – Il gladiolo viene coltivato nei giardini sia come fiore da taglio sia per motivi ornamentali.
Gladiolo – Coltivazione
Il gladiolo, di cui esistono moltissime varietà, è una pianta poco esigente e di facile coltivazione. Viene coltivato nei giardini sia come fiore da taglio sia per motivi ornamentali. Vediamo quindi come procedere con le cure colturali.
Il bulbo-tubero (il cormo) deve essere interrato a circa 10 cm di profondità; il substrato ideale di coltivazione è un terreno soffice, dotato di buon drenaggio e ricco di sostanze organiche.
I gladioli amano la luce e vanno quindi sistemati in posizioni che ricevono la luce del sole per diverse ore al giorno; posizioni troppo ombreggiate, infatti, influiscono negativamente sulla produzione di foglie e fiori.
I gladioli temono molto le gelate, in particolar modo quelle intense e durature; è quindi consigliabile mettere a dimora i cormi all’inizio della stagione primaverile; la messa a dimora può essere prolungata per tutto il mese di aprile. Nelle zone caratterizzate da inverni particolarmente miti, i gladioli resistono in giardino anche nei mesi più freddi.
Una volta che la pianta di gladiolo è stata messa a dimora è opportuno procedere con una discreta annaffiatura. Le irrigazioni andranno regolarmente ripetute fino al termine della fioritura; tra un’annaffiatura e l’altra è necessario che il terreno sia asciutto; i gladioli, infatti, non amano i terreni eccessivamente umidi.
Per quanto riguarda le concimazioni si può provvedere fornendo alle piante del concime apposito per piante bulbose che andrà mescolato ogni due settimane all’acqua utilizzate per le irrigazioni.
Man mano che le foglie cominciano ad appassire, si rimuovono e si dissotterrano i cormi; questi andranno puliti dai residui di terra e lasciati asciugare in un luogo fresco, buio e con una buona aerazione (questo per evitare che vengano rovinati a causa di muffe e marciumi). Qui rimarranno fino all’inizio della primavera, quando verranno interrati di nuovo.
Le piante di gladiolo sono inoltre soggette ad attacchi virali; i virus possono essere trasmessi da afidi, cicadelle e nematodi.
Il gladiolo può essere propagato anche per seme, ma la semina, che dovrebbe essere fatta nei mesi di marzo e febbraio, è una tecnica di coltivazione che, per quanto riguarda questa pianta, viene utilizzata soltanto dai vivaisti quando intendono creare nuove varietà. Non è quindi un metodo consigliabile a chi coltiva i gladioli per altri scopi.
Avversità
Per quanto riguarda le avversità, una temibile è il tripide del garofano che può rovinare completamente le piante.
Patologie temibili sono la fusariosi del gladiolo (provocata da un fungo detto Fusarium oxysporium), la scabbia del gladiolo (causata dal batterio Pseudomonas marginata) e la septoriosi, un fungo del genere Septoria.