La ginestra è un arbusto caduco della famiglia delle Leguminosae o Fabaceae, tipico della macchia mediterranea e presente in Italia con circa 20 specie che crescono spontaneamente. Nelle zone più calde, la ginestra può crescere anche ad altitudini elevate.
La caratteristica distintiva degli arbusti di questo genere è lo sviluppo di fiori giallo vivo, dalla forma che ricorda una farfalla; tale forma accomuna quasi tutte le specie appartenenti alla famiglia delle Fabaceae, che però spesso, a differenza della ginestra, hanno anche frutti commestibili (es. ceci, arachidi, fave). Tutte le parti della ginestra, invece, sono tossiche per l’uomo.
La ginestra può raggiungere i 3 metri di altezza quando assume portamento da piccolo albero, ma di solito ha portamento cespuglioso e si mantiene su altezze più contenute. Il fusto ha consistenza legnosa, è marrone chiaro e molto ramificato; le ramificazioni nel primo anno di vita sono verdi e vengono chiamare “vermene”, sono molto flessibili e da esse si estrae una fibra tessile. Nella tradizione artigianale del sud Italia, della Spagna, della Grecia e dell’Albania tale fibra era molto usata per produrre filati grezzi e derivati di vario tipo.
Le foglie della ginestra sono poche, piccole e distanziate, ma alcune specie di ginestra ne sono prive. I fiori sono ermafroditi e sbocciano in racemi alle estremità delle vermene, con grandi corolle giallo-dorato; attirano le api e altri insetti impollinatori, infatti la ginestra è una pianta mellifera. I frutti sono piccoli legumi scuri e allungati.
I nuovi germogli iniziano a svilupparsi sulla ginestra a marzo (più tardi nelle zone a clima freddo), poi i fiori sbocciano tra maggio e luglio e i frutti iniziano a comparire a fine estate.
Ginestra – Principali specie
Le due specie più diffuse in Italia sono Spartium junceum, o ginestra odorosa o ginestra di Spagna, e Cytisus scoparium, o ginestra dei carbonai.
Altre specie sono:
- Ginestra spinosa, caratterizzata da rami intricanti e spinosi, diffusa in Italia, Spagna, Francia e Nord Africa;
- Cytisus albus, che cresce spontaneamente nella penisola iberica e si differenzia dalle altre specie per i fiori di colore bianco (per questo detta Ginestra bianca);
- Ginestra lyda, varietà nana, originaria dell’Europa sud-orientale e della Siria, adatta alla coltivazione in vaso.
Coltivazione e cura
La ginestra è un arbusto molto rustico e adattabile. Proprio la sua resistenza a molteplici condizioni ha ispirato la poesia di Leopardi che prende il nome da questa pianta. La ginestra cresce bene in zone calde, al sole, in particolare lungo le coste, infatti sopporta facilmente il vento salmastro, e si adatta a qualsiasi tipo di terreno, anche quelli più difficili come quelli rocciosi; cresce spesso spontaneamente nei terreni vulcanici, in quelli calcarei o acidi, nelle arenarie e nelle silicee. È una pianta molto utile a livello ambientale perché è in grado di migliorare terreni degradati o nudi, rendendoli abitabili da altri vegetali che altrimenti non avrebbero potuto svilupparvisi. Inoltre può essere utile per consolidare terreni scoscesi, ma viene coltivata anche come semplice pianta ornamentale in giardino, anche perché richiede pochissime cure.
In foto, ginestra della specie Spartium junceum
Pur prediligendo il caldo e l’esposizione al sole, la ginestra cresce anche in condizioni di scarsa luminosità, seppure più lentamente, e sopporta temperature rigide fino a -15°. L’unica attenzione che bisogna prestare a questo arbusto è la cura delle radici: la messa a dimora va fatta in autunno o in primavera facendo attenzione a non danneggiare le radici in alcun modo, perché questo potrebbe compromettere la sopravvivenza della pianta, e la stessa attenzione andrà posta al momento del rinvaso, se si decide di coltivarla in vaso. La ginestra va maneggiata quindi il meno possibile.
Poiché è abituata a crescere in luoghi aridi, la ginestra sopporta molto bene la siccità anche piuttosto a lungo, perciò può essere annaffiata sporadicamente. Se coltivata in vaso richiede però qualche annaffiatura in più, in modo da non far mai seccare completamente il terreno.
La potatura deve essere effettuata una volta all’anno, dopo la fioritura, per scongiurare lo sviluppo disordinato dei rami, che potrebbe soffocare la fioritura negli anni successivi: i rami vanno recisi fino a un quarto della loro lunghezza, si stimolerà così l’emissione di nuovi germogli.
La concimazione è importante durante la fioritura, con concime specifico per piante da fiore, ed è consigliabile alla fine dell’inverno, per rafforzare la pianta in vista del periodo vegetativo, con concime organico.
La riproduzione della ginestra si può ottenere per semina o per talea. I semi vanno raccolti a fine estate e interrati in autunno, attecchiscono rapidamente e già dalla primavera successiva inizierà a svilupparsi la pianta. La talea invece va effettuata a giugno, prelevando porzioni di rami da interrare in un miscuglio di sabbia e torba per non più di 5 cm della sua lunghezza, lasciando il resto esposto al sole.
In primavera la ginestra può essere attaccata dagli afidi o da alcuni funghi, da contrastare evitando eccessiva umidità e con prodotti specifici.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, ginestra ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba.
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