Il ginepro (Juniperus communis) è un arbusto legnoso o un piccolo alberello appartenente alla famiglia delle Cupressacee.
La sua diffusione è globale (è la conifera più comune al mondo) e amplissima grazie anche alla sua grande capacità di adattamento a condizioni climatiche inclementi che per molte altre piante sarebbero insostenibili. Il ginepro è diffuso in tutte le zone temperato-fredde di Asia, Europa e Nord America. Lo si può trovare fino a 2.500 m di altezza; nel nostro Paese lo si trova più frequentemente nelle zone collinari.
Può avere altezze variabili da 1 (varietà nane) ai 10 m circa. Le varietà nane sono diffuse soprattutto in alta montagna.
Ha foglie aghiformi che nella pagina superiore hanno una banda dalla colorazione più chiara, caratteristica che contribuisce a donare alla pianta il suo caratteristico colore verde misto a grigio-argenteo. I fiori, che fanno la loro comparsa tra marzo e aprile, hanno diverso colore a seconda del sesso: giallastri quelli maschili, verdastri quelli femminili.
Un bellissimo esemplare di ginepro a picco sul mare (riserva di Novyj Svit, Crimea, Ucraina).
I frutti del ginepro, detti galbule o coccole, sono piccole bacche di forma sferica di colore verde che si trasforma in nero-bluastro quando esse giungono a maturazione. Il ciclo della maturazione richiede circa due anni; è quindi possibile, in uno stesso ginepro, durante il periodo autunnale, trovare bacche acerbe di colore verde e bacche nero-bluastre.
Il legno della pianta si caratterizza per la sua notevolissima durezza e per la sua resistenza.
Coltivazione del ginepro
Il ginepro è una pianta coltivata in molti giardini; predilige le esposizioni ben soleggiate, ma grazie alla sua rusticità non ha difficoltà a svilupparsi anche in posizioni parzialmente all’ombra.
È una pianta che resiste benissimo al freddo ed è in grado di sopportare anche una gelata particolarmente intensa e di lunga durata; è molto difficile che questa pianta soffra a causa del clima; sa adattarsi a ogni tipo di substrato, terreni argillosi e sassosi compresi, anche se preferisce quelli sciolti e caratterizzati da un ottimo drenaggio.
La moltiplicazione del ginepro può essere fatta per seme, nella stagione primaverile, oppure per talea a estate inoltrata.
Nel corso della loro prima stagione invernale, le piccole piante di ginepro dovrebbero essere preferibilmente riposte in serra fredda.
La concimazione del ginepro non è un’operazione da trascurare; va effettuata, infatti, con una certa frequenza. Si può ricorrere al concime per piante da fiore e somministrarlo una volta al mese nel corso dell’annaffiatura.
In alternativa si può utilizzare il concime granulare a lento rilascio; se si sceglie questa opzione, si effettueranno tre concimazioni all’anno.
Quando la stagione invernale sta per giungere al termine, è consigliabile concimare la pianta con dello stallatico maturo.
Nei mesi primaverili si consiglia di concimare abbondantemente prediligendo concimi ad alto titolo di azoto e potassio.
Per quanto riguarda le irrigazioni, ne hanno maggiore necessità le giovani piante poste da poco a dimora nel caso in cui si attraversi un periodo molto siccitoso; gli esemplari messi a dimora da tempo, invece, non hanno particolari esigenze in questo senso perché sono in grado di resistere molto bene anche a siccità prolungate; in genere sono sufficienti le precipitazioni piovose.
La potatura del ginepro si effettua preferibilmente nel corso della stagione, a partire dalla fine di settembre. Il ginepro deve essere potato con una certa prudenza e senza mai eccedere, tant’è che molti, più che di potatura, parlano di “rasatura”; il consiglio è quello di potare soltanto le punte dei rametti; in caso contrario c’è il rischio di creare zone spoglie che non produrranno più germogli.
Il ginepro è una pianta rustica, ma non è esente da avversità; può essere infatti attaccato dalla cocciniglia e dagli afidi del cedro. È comunque la prima l’avversità più temibile; l’infestazione si manifesta con macchie scure sulla parte inferiore delle foglie; le cocciniglie hanno poi la tendenza a cibarsi con la linfa della pianta, cosa che provoca un progressivo indebolimento di quest’ultima.
Anche gli afidi del cedro sono comunque pericolosi per il ginepro perché oltre a distruggere le foglie producono melata, una secrezione zuccherina che attira varie specie fungine.
Per trattare cocciniglia e afidi del cedro sono disponibili medicinali specifici. Fondamentale agire il più tempestivamente possibile.