Il bambù è una pianta sempreverde della famiglia delle Poaceee (o Graminee), per lo più appartenenti al genere Phyllostachys. Sono piante di taglia media o grande e alcune specie risultano molto invasive, grazie ai loro rizomi che consentono una rapida propagazione nel terreno circostante. Per questo motivo, spesso si sconsiglia di metterli a dimora sul bordo di un prato, vista la loro capacità di diffusione; per contenerli, spesso sono coltivati in fioriere molto profonde, anche parzialmente o completamente interrate. Come piante sempreverdi molto decorative, sono spesso usate per formare bordure o siepi.
I bambù sono originari dei boschi dell’Asia orientale (Cina, Giappone, zona dell’Himalaya). Le specie più conosciute a coltivate sono il bambù gigante (Phyllostachys bambusoides), il bambù aurea (Phyllostachys aurea) e il bambù nero (Phyllostachys nigra). Di altro genere, ma della stessa famiglia botanica, il bambù ventre di Buddha (Bambusa ventricosa), usato spesso per la coltivazione bonsai.
Da notare che quello che comunemente è chiamato bambù della fortuna (“Lucky Bamboo”), che appare costituito da tanti tronchetti abbelliti da foglie non è, dal punto di vista botanico, un bambù, perché è una pianta (Dracaena braunii) della famiglia delle Agavacee.
Per il suo valore, oltre che ornamentale, anche economico, il bambù gigante è sicuramente uno dei più interessanti. Dalla sua coltivazione a reddito (i bambuseti) si ricavano le canne di bambù utilizzate per molti impieghi diversi.
La canna di bambù
Le canne di bambù, la cui produzione è massima nei paesi asiatici di Cina, Taiwan, Thailandia e Giappone, sono utilizzate per produrre cellulosa e carta, per l’impiego in bioedilizia (per rivestimenti, pavimenti, soffitti) e per l’oggettistica (mobili, piatti e bicchieri, canne da pesca, strumenti musicali, ecc.). Inoltre la fibra è usata anche per creare tessuti.
Un bambuseto
Nonostante gli entusiasmi relativi alla coltivazione a reddito accesi anni fa attorno questa pianta, occorre osservare che ricavare un reddito da un bambuseto non è affatto facile. Innanzi tutto le canne si raccolgono solo dopo il quinto anno di età della pianta. Inoltre, la manutenzione dei boschetti è impegnativa, perché la raccolta è fatta per lo più a mano in tempi diversi, perché non tutti gli arbusti maturano nello stesso momento.
Il bambù gigante: la coltivazione
Il bambù gigante (Phyllostachys bambusoides) è un arbusto con robusti fusti lucidi di color verde intensi. Le foglie sonodi forma lanceolata, di un bel verde scuro e la loro lunghezza può arrivare fino a 20 cm. Di altezza variabile compresa fra i 6-8 m, si allarga in modo indefinito. Nei giardini, è spesso coltivato la varietà “Holochrysa” (o “Sulphurea dei giardini”) che ha fusti color giallo dorato intenso, spesso con strisce verdi.
Specie molto rustica, tollera temperature molto di sotto dello zero; è però sensibile ai venti freddi invernali. Necessita per una buona crescita di un terreno fertile, umido ma ben drenato. La concimazione è indicata ogni mese negli esemplari coltivati in vaso. Si coltiva in pieno sole o in ombra parziale. Si tratta di una pianta molto resistente alle patologie, anche se i giovani getti sono attaccati dalle lumache.
Il bambù nero
Il bambù nero (Phyllostachys nigra) si distingue per il fatto che i fusti verdi, molto sottili, diventano neri a partire dal terzo anno d’età. Le foglie sono leggermente più piccole di quelle del bambù gigante, anche se dalla forma simile. Il bambù nero ha uno sviluppo limitato (generalmente non supera i 3-5 metri), sia in altezza sia in larghezza. Si tratta di una delle specie meno invasive dei bambù e ama zone umide e il greto dei fiumi.
La coltivazione in giardino
In giardino i bambù richiedono la messa a dimora in posizione di pieno sole oppure ombra parziale, in terreno umido ma senza ristagni idrici, fertile. Se coltivato in vaso, si preferisce usare terra grassa da vaso e concimare con concime liquido ogni mese circa. Le irrigazioni devono essere abbondanti e regolari, specie nel primo anno dell’impianto.
Il problema maggiore è contenere l’esuberanza di molte specie e la loro invasività. La potatura è necessaria per togliere le canne secche o i rami disordinati. Anche se resistenti al freddo, possono soffrire l’esposizione a venti gelidi che possono provocare il disseccamento dei rami. Sono in genere molto resistenti a parassiti e malattie.