L’aquilegia è una pianta erbacea perenne delle Ranunculacee, diffusa in tutto l’emisfero nord del pianeta in diverse varietà, accomunate da fusti molto sottili e grossi fiori a corno con un secondo strato di petali sul retro, di vari colori. La forma dei fiori ha fatto attribuire a questa pianta il nome di “ballerina”. In inverno perde tutta la parte aerea, sviluppando i germogli direttamente dal terreno a inizio primavera. La fioritura avviene a primavera inoltrata e, per alcune varietà, a inizio estate.
In passato l’aquilegia veniva utilizzata a scopo terapeutico per le sue proprietà antisettiche e calmanti, ma questo uso è stato abbandonato in seguito alla scoperta che sia gli steli sia i fiori e i semi dell’aquilegia contengono sostanze tossiche per l’organismo umano.
Fra le molte specie, oltre 70, le più note sono:
- Aquilegia vulgaris, la più diffusa in Europa, alta fino a un metro, con fiori azzurro-violetti
- Aquilegia alpina, che cresce spontaneamente sulle Alpi e produce fiori blu acceso
- Aquilegia caerulea, proveniente dall’America settentrionale e caratterizzata da fiori azzurri e bianchi.
Aquilegia – Coltivazione
Tutte le specie sono molto fertili e hanno la tendenza ad autoseminarsi e autoibridarsi, per questo si diffondono spesso spontaneamente e creano numerosi ibridi senza l’intervento umano, compensando il fatto che non abbiano una durata di vita molto lunga con un rinnovo costante spontaneo. Le aquilegie sono perciò adatte a giardini a bassa manutenzione, perché richiedono pochissime cure: resistono bene al freddo, necessitano di un terreno fresco, ben drenato, abbastanza profondo e ricco di humus, prediligono la mezz’ombra ma se annaffiate con frequenza crescono bene anche in pieno sole, devono essere potate solo per eliminare i fiori secchi alla base e favorirne un nuovo sviluppo. Tranne in situazioni di caldo intenso, è sufficiente l’acqua fornita dalle piogge. Quando sono necesarie annaffiature complementari, bisogna fare attenzione a non causare ristagni d’acqua, verificando che il terreno si asciughi tra un’annaffiatura e l’altra. Una leggera concimazione attorno alla pianta a fine inverno, allo spuntare delle prime foglie, favorirà una fioritura rigogliosa in primavera.
L’aquilegia è una pianta piuttosto resistente a malattie e parassiti, fra i quali bisogna fare attenzione solo alle limacce, individuabili grazie alla scia argentea che lasciano sulle foglie ed eliminabili manualmente. In caso di mal bianco, o oidio, è invece necessario estirpare tempestivamente le foglie che ne sono state attaccate, riconoscibili da macchie biancastre sulla superficie. Per scongiurare questa malattia fungina, è opportuno evitare di bagnare direttamente le foglie, soprattutto in estate.
Il nome deriva dal latino aquilegium, serbatoio d’ acqua, per la forma concava del fiore e delle foglie, che accolgono numerose goccioline di rugiada
Se si desidera moltiplicare l’aquilegia per ottenere altre piante identiche a quella di origine, non ci si può affidare alla riproduzione spontanea ma è necessario trapiantare i cespi o seminare in vaso a fine estate, tenendo presente che la prima fioritura di queste nuove piante sarà piuttosto scarsa. I nuovi germogli, inoltre, hanno bisogno di annaffiature frequenti, a differenza delle piante adulte.
Le aquilegie vengono usate soprattutto come piante decorative per aiuole, bordure o giardini rocciosi, anche se possono essere coltivate anche in vaso, avendo cura di rinvasarle ogni anno in un vaso più grande. Sono molto adatte anche per arricchire bouquet.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, aquilegia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba.
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