L’agrifoglio (Ilex aquifolium) è una pianta dioica* appartenente alla famiglia delle Aquifoliacee; è noto anche come alloro spinoso, aquifoglio o pungitopo maggiore.
Viene considerato come grande arbusto o come piccolo albero (in condizioni favorevoli può arrivare a un’altezza di circa venti metri). È una pianta molto decorativa, dalla chioma a forma di piramide, dalla corteccia liscia e di colore grigio e ha rami dal colore verdastro. Le foglie, particolarmente lucenti, sono di colore verde scuro con bordi colorati che vanno dal bianco, al crema o al giallo. I suoi frutti sono delle bacche polpose di colore rosso, velenose per l’uomo, ma particolarmente appetibili per gli uccelli.
I fiori sono piccoli, bianchi o color porpora; si presentano a grappoli all’ascella delle foglie.
Esistono centinaia di specie di agrifoglio e ancor di più sono gli ibridi e le varietà. Le cultivar reperibili attualmente sono quasi tutte derivate dall’agrifoglio comune.
Sull’agrifoglio vi sono varie leggende, tra l’altro è diventata una delle decorazioni natalizie più utilizzate, ma veniva usata come pianta decorativa ben prima dell’avvento del Natale cristiano.
Sembra che i primi utilizzi dell’agrifoglio quale pianta da decorazione siano di origine irlandese; pare infatti che, visto che era facilmente reperibile e a basso costo, anche le famiglie più povere potessero usarlo per decorare le proprie abitazioni in occasione delle feste.
Alcune parti dell’agrifoglio vengono utilizzate anche in fitoterapia, invero raramente, in quanto alcune sue componenti sono tossiche per l’organismo umano. Tra i principi attivi della pianta vi sono, tra gli altri, saponine, xantina, teobromina, ilicina e ilexantina.
Le principali proprietà attribuite all’agrifoglio sono quella diuretica, quella febbrifuga e quella lassativa. È la presenza di ilicina che rende tossico l’agrifoglio per l’uomo. L’ingestione di una ventina di bacche può avere esito mortale.
Agrifoglio (Ilex aquifolium) in giardino – Coltivazione e cura
A differenza di altre piante arbustive, l’agrifoglio adulto non è particolarmente esigente; perdipiù il suo posizionamento non incide in modo particolare con la riuscita della sua coltivazione; la pianta cresce bene, infatti, sia se esposta in pieno sole sia se posizionata all’ombra; in quest’ultimo caso il suo sviluppo sarà meno rapido e il suo aspetto sarà meno folto e compatto, ma la pianta risulterà comunque di bell’aspetto. Il posizionamento comunque migliore per il suo sviluppo è quello in una zona semi-ombreggiata.
In linea generale, l’agrifoglio non teme le temperature rigide, ma alcune specie e varietà mostrano una maggior sensibilità al gelo (è il caso, per esempio, dell’Ilex cornuta) ed è quindi consigliabile, se le circostanze lo rendono possibile, coltivarle in pieno sole e prestare una certa attenzione alla pianta nelle stagioni più fredde provvedendo con ripari adeguati e pacciamature.
L’agrifoglio è una pianta robusta e resiste molto bene sia agli scarichi inquinanti provenienti dalle strade sia ai venti ricchi di salsedine tipici delle zone di mare; è per questo motivo che può essere utilizzato in qualità di ottima siepe protettiva (il bordo delle foglie è leggermente pungente) sia nei giardini di abitazioni prossime a strade trafficate sia in quelli delle case che si trovano in località marine.
L’agrifoglio mostra un buon adattamento a tutti i terreni, ma predilige quelli lievemente acidi; non ama, pur tollerandoli, i terreni basici e quelli argillosi.
La propagazione di questa pianta può avvenire tramite diverse tecniche (seme, talea, margotta, propaggine e anche per innesto).
La semina va effettuata nella stagione autunnale oppure all’inizio di quella primaverile usando i semi da drupe di recente raccolta. La propagazione per talea è comunque la tecnica più utilizzata; in genere si agisce prelevando le talee nel periodo estivo e ponendole in un substrato costituito da un mix composto per un 50% da sabbia e per un 50% da torba. A radicazione avvenuta, nella primavera seguente, le piantine saranno pronte per essere trapiantate.
L’agrifoglio può essere coltivato non solo in piena terra, ma anche in vaso, ove lo sviluppo sarà più contenuto.
La concimazione deve essere effettuata al momento dell’impianto utilizzando letame maturo; successivamente si concimerà, al momento della ripresa vegetativa, utilizzando del concime granulare a lenta cessione.
L’agrifoglio non ha particolari esigenze relativamente all’irrigazione, questa pianta, infatti, è in grado di sopportare abbastanza bene brevi periodi di siccità. Comunque sia, nei periodi più caldi è opportuno compiere sporadiche irrigazioni evitando sia i dannosi ristagni idrici sia di lasciare il terreno asciutto per un periodo di tempo eccessivamente lungo.
La potatura dovrebbe essere effettuata nel periodo primaverile rimuovendo sia le parti secche sia quelle danneggiate; se è il caso, si potrà ripeterla a metà del periodo estivo. Non è assolutamente consigliabile potare l’agrifoglio a fine estate e nei mesi autunnali perché i germogli cresciuti in seguito alla potatura rischiano di essere facilmente danneggiati dalle inevitabili gelate successive.
L’agrifoglio (Ilex aquifolium) è una pianta robusta e resiste molto bene sia agli scarichi inquinanti provenienti dalle strade sia ai venti ricchi di salsedine tipici delle zone di mare; è per questo motivo che può essere utilizzato in qualità di ottima siepe protettiva.
Avversità
Come detto in precedenza, l’agrifoglio è una pianta robusta e non è particolarmente soggetta ad avversità. Il nemico più temibile è rappresentato dalle cocciniglie che attaccano sia i rami che le foglie. Non sempre è facile estirparle; per averne ragione è necessario utilizzare appositi prodotti anticocciniglia agendo varie volte. Un ottimo prodotto anticocciniglia è l’olio bianco, una miscela costituita da vari oli minerali che viene utilizzata nei frutteti, sugli arbusti sempreverdi e sulle siepi. Lo si usa vaporizzandolo su foglie e rami, ma il suo utilizzo è ristretto al periodo invernale perché l’uso nei periodi caldi è da evitare.
Temibile per l’agrifoglio è anche la ruggine, un parassita che può provocare l’avvizzimento della pianta; per trattare questa avversità è necessario ricorrere a un fungicida appropriato.
* Le piante dioiche sono piante che presentano fiori maschili (staminiferi) e fiori femminili (pistilliferi) su esemplari diversi.