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Per me si va ne la città dolente

Per me si va ne la città dolente

Per me si va ne la città dolente è il primo verso del canto III dell’Inferno di Dante Alighieri. Siamo nell’Antinferno, dove scorre il fiume infernale Acheronte, che le anime dannate si preparano ad oltrepassare per raggiungere il luogo – l’Inferno appunto – in cui sconteranno la pena stabilita in base al peccato compiuto in vita.

Dante e Virgilio, all’inizio del canto, si trovano di fronte alla porta dell’Inferno e il verso “Per me si va ne la città dolente” è quello che introduce l’iscrizione posta sulla sua sommità e che i protagonisti leggono:

«Per me si va ne la città dolente,

per me si va ne l’etterno dolore,

per me si va tra la perduta gente.

Giustizia mosse il mio alto fattore;

fecemi la divina podestate,

la somma sapienza e ‘l primo amore.

Dinanzi a me non fuor cose create

se non etterne, e io etterno duro.

Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate».

per me si va ne la città dolenteLe parole impresse sulla porta infernale ammoniscono chi sta per entrare che quel luogo di pena è eterno.

La prima terzina è caratterizzata dalla figura retorica dell’anafora (la ripetizione, a inizio verso, di una o più parole con cui inizia il verso precedente), con la reiterazione di «per me» in funzione di moto per luogo («attraverso di me»), che ribadisce l’inevitabilità della pena per i condannati.

La «città» cui si fa riferimento è l’Inferno, mentre più avanti nel poema la parola indicherà la città di Dite, posta all’esterno dell’Inferno e luogo della ribellione a Dio, in perfetta opposizione alla Gerusalemme celeste (il Paradiso).

Per me si va ne la città dolente: parafrasi

Questa la parafrasi dei versi:

«Attraverso di me si entra nella città della sofferenza,

attraverso di me si entra nel dolore che non ha fine,

attraverso di me si entra fra la gente dannata.

La giustizia ha guidato il mio supremo fattore;

mi ha creato il potere di Dio (Padre),

la sapienza altissima (Figlio) e il primo amore (Spirito Santo).

Prima di me non sono esistite creature che

non fossero eterne, e io duro in eterno.

Abbandonate ogni speranza, voi che entrate».

Frasi celebri, motti e modi di dire – Frasi di Dante Alighieri

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