L’amor che move il sole e l’altre stelle è il verso 145 del canto XXXIII del Paradiso di Dante Alighieri nonché la conclusione dell’intera Commedia.
Dante si trova nell’Empireo, un cielo infinito colmo di luce e di amore. È il vero Paradiso: qui si trova Dio nella sua essenza, insieme agli angeli e ai beati.
Vi era giunto, accompagnato da Beatrice, già nel canto XXX, dove gli appare un fiume di luce che in realtà è la «rosa dei beati», il lago della Grazia divina, generato da uno dei raggi della luce di Dio.
Giunto al centro della rosa, nel canto XXXI, Dante vede gli angeli che volano da Dio ai beati, distribuendo loro la grazia e la beatitudine. A fianco di Dante si pone san Bernardo, che sostituisce Beatrice, tornata al suo seggio in contemplazione di Dio.
Il santo invita il pellegrino a rivolgere lo sguardo verso il seggio più alto, quello della vergine Maria.
Nel canto XXXII san Bernardo spiega a Dante la disposizione dei beati nell’anfiteatro celeste e gli indica le anime più importanti dell’Empireo, per poi annunciargli la visione di Dio e la conclusione del suo viaggio.
Nel canto XXXIII si compie dunque la visione di Dio e la perfezione del Suo sguardo rende impossibile a Dante di distaccarsene e di riferirne l’esperienza.
Giunto alla fine del viaggio, Dante rivela di aver visto nella luce divina tre cerchi di diverso colore, che rappresentavano le tre persone della Trinità, e nel secondo intravede un’immagine umana (il segno della natura umana di Cristo). Dante vuole capire, ma con le sue capacità solamente umane non è in grado: per tale motivo, la grazia di Dio risolve i suoi dubbi e la sua anima trova beatitudine e armonia nella perfezione divina:
«A l’alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e ‘l velle,
sì come rota ch’igualmente è mossa,
l’amor che move il sole e l’altre stelle».
Dante Alighieri è considerato il padre della letteratura italiana e il più grande poeta italiano
L’amor che move il sole e l’altre stelle – Parafrasi
«Alla mia grande capacità di immaginazione mancarono le forze;
ma Dio, l’amore che fa muovere il sole e le altre stelle,
faceva già girare il mio desiderio e la mia volontà,
come una ruota che gira con moto uniforme».
Il verso conclusivo del poema, dedicato a Dio, è oggi utilizzato per riferirsi non solo alla grandezza dell’amore divino, ma anche umano.
Frasi celebri, motti e modi di dire – Frasi di Dante Alighieri