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E quindi uscimmo a riveder le stelle

E quindi uscimmo a riveder le stelle è uno dei versi più noti dell’intera Commedia dantesca. È il verso 139 del canto XXXIV dell’Inferno ed è quello che conclude la suddetta cantica.

Siamo nel nono girone, quello dei traditori; è il fondo dell’Inferno, caratterizzato da un lago ghiacciato alimentato dal fiume Cocito e suddiviso in quattro zone in base al tradimento perpetrato: Caina (traditori dei parenti), Antenora (della patria), Tolomea (degli ospiti), Giudecca (dei benefattori, cioè quelle persone o istituzioni a cui era affidata la felicità e la salvezza degli uomini). Nel canto XXXIV la zona attraversata da Dante e Virgilio è la Giudecca, e i dannati sono immersi nel ghiaccio perché, durante la vita, hanno freddamente premeditato il loro tradimento e hanno rifiutato il calore della carità. Qui le anime non possono comunicare: la loro condizione è il silenzio.

Alla presenza dei due visitatori, appare la gigantesca figura di Lucifero, re dell’Inferno, che emerge dal ghiaccio in cui è conficcato dal petto in su. La sua testa è composta da tre facce di diverso colore e sotto ognuna di esse spuntano ali di pipistrello, che muovendosi ghiacciano il lago Cocito. Nelle tre bocche di Lucifero si trovano quelli che Dante ritiene i massimi peccatori dell’umanità: Giuda (traditore di Cristo), Bruto e Cassio (traditori di Cesare e dell’Impero), che vengono maciullati e scorticati dal re infernale.

Giunta la notte, è il momento di ripartire per raggiungere il secondo regno ultraterreno, il Purgatorio. Dante si aggrappa al collo di Virgilio, che si aggrappa alle costole di Lucifero e scende fino all’anca; compie una mezza rotazione e comincia a risalire, ponendo Dante sulla cima di una grotta. Da questo punto, Dante vede Lucifero con le gambe volte verso l’alto e, non capendo, chiede spiegazioni a Virgilio. Quest’ultimo gli spiega che essi hanno superato il centro della Terra e che sono giunti nell’emisfero australe, dov’è mattino. Lucifero si trova in quella posizione perché, quando Dio lo cacciò dal Paradiso, egli precipitò nell’emisfero australe, la Terra si ritirò ed emerse dall’emisfero opposto. Dato che Lucifero si trovava conficcato nel centro della Terra, ne nacque un vuoto (la «natural burella», v. 98) che emerse e formò la montagna dell’Eden, il Paradiso terrestre (diverso da quello celeste).

Attraverso la grotta in cui si trovavano, Dante e Virgilio percorrono un sentiero nascosto ed escono «a riveder le stelle».

E quindi uscimmo a riveder le stelle - Significato

Particolare della statua di Dante Alighieri di fronte alla Basilica di Santa Croce, Firenze

E quindi uscimmo a riveder le stelle – Uso nell’italiano contemporaneo

Tutte e tre le cantiche si concludono con la parola «stelle». Nel caso dell’Inferno, questo verso finale esprime il sollievo di poter ritornare in uno spazio aperto e più luminoso, preparando l’arrivo di Dante e Virgilio sulla spiaggia del Purgatorio.

L’espressione è oggi talvolta usata per indicare il ritorno alla normalità dopo un periodo di angoscia, di impegno, di difficoltà o di pericolo.

Frasi celebri, motti e modi di dire – Frasi di Dante Alighieri

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