Deus ex machina è una notissima espressione latina il cui significato è “divinità [che scende] da una macchina”; nel teatro antico, in particolare nella tragedia greca, con tale locuzione si indicava la divinità che, scesa a sorpresa dall’alto tramite un meccanismo (machina), risolveva l’intreccio critico della trama, intreccio altrimenti non risolvibile dai protagonisti umani presenti in scena. L’intervento del deus ex machina fu in particolare utilizzato dal drammaturgo greco Euripide, l’ultimo dei grandi tragediografi dell’età classica (ved. Letteratura greca)
Nell’antichità, un ricorso eccessivo al deus ex machina era però considerato prerogativa di autori non molto raffinati che non sarebbero riusciti a sciogliere altrimenti trame piuttosto complesse.
Deus ex machina – L’utilizzo nel linguaggio comune
Oggi, nel linguaggio comune, l’espressione viene pronunciata, spesso con sfumature ironiche o scherzose, per riferirsi a un personaggio o a un evento che risolve una situazione molto intricata e particolarmente complessa.
Una carriera sempre più in ascesa, anche se Hillman Mondegreen, autore, produttore, vero e proprio deus ex machina del gruppo, precisa «la musica non è una carriera, è la nostra vita. Io non ho amici nella scena musicale, non mi troverai mai in un locale dove non suonano gli Ephemerals» (La Stampa, 20/08/2017).
(La posizione di Silvio Scaglia, ex deus ex machina di Fastweb, scorrendo le 1.600 pagine dell’ordinanza appare particolarmente delicata. Lui continua a proclamarsi «tranquillo» circa il suo operato, ma secondo i magistrati avrebbe avallato le operazioni commerciali alla base delle false fatturazioni) (La Stampa, 25/02/2010).
Con significato più esteso si indica anche colui che gestisce la trama di un’attività illecita o di un intrigo restando perlopiù nell’ombra oppure il leader o comunque la figura di riferimento di un’organizzazione (politica, commerciale ecc.).
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