Ci rivedremo a Filippi è una celeberrima frase che la tradizione attribuisce al fantasma di Giulio Cesare che con essa si rivolse a Bruto. Lo storico Plutarco, nella sua opera “Vite parallele” racconta che Bruto – ossessionato dal senso di colpa per aver partecipato alla congiura che portò alla morte di Cesare che l’amava come un figlio – sognò un’entità che gli disse “Sono il tuo cattivo demone, Bruto; ci rivedremo a Filippi“.
Quanto predetto in sogno, per certi versi si avverò; Bruto, infatti, fu sconfitto proprio a Filippi, città della Tracia, dagli eserciti di Ottaviano e Antonio; tentò la fuga, ma poi fu costretto a uccidersi.
Oggi la frase è utilizzata come minaccia più o meno scherzosa che allude a una prossima resa dei conti, a una futura vendetta o una futura punizione.
I resti dell’antica città di Filippi (patrimonio dell’UNESCO dal 2016)