Il tarassaco (Taraxacum officinalis) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Asteracee. Dotato di una lunga radice fittonante, ha foglie disposte a rosetta e fiori di un colore giallo vivo. È noto anche con diversi altri nomi, talvolta molto pittoreschi (dente di leone, cicoria selvatica, pisacan, piscialletto, soffione ecc.).
Si tratta di una pianta originaria delle zone circumboreali, ma è praticamente presente in tutto il mondo; nel nostro Paese lo si trova in tutte le regioni, anche ioltre i 2.000 m; il tarassaco cresce nei campi, sui cigli delle strade, nei prati e nelle praterie fino a duemila metri di altezza.
Anche se molti lo considerano una pianta infestante, in molti Paesi viene addirittura coltivato (estese coltivazioni sono per esempio presenti in Francia e in Germania).
Proprietà e benefici
Gli antichi non lo usavano in medicina, solo nel Medioevo s’iniziò a usare come rimedio per il fegato, avendo un colore giallo come la bile (teoria delle segnature). Nel XVI sec. s’incominciò a usarlo come rimedio diuretico e come cicatrizzante delle ferite. Come molte erbe, è utilizzato anche dalla medicina tradizionale cinese.
Le parti della pianta che vengono utilizzate in fitoterapia sono le foglie e la radice.
Le foglie vengono raccolte nel periodo primaverile al momento della fioritura. I costituenti principali delle foglie di tarassaco sono sesquiterpeni lattoni, triterpeni, cumarini, carotenoidi, vitamine (vitamina A, vitamine del gruppo B, vitamina C e vitamina D) e minerali (in particolar modo il potassio).
I costituenti principali della radice sono sesquiterpeni, taraxosidi, triterpeni, acidi fenolici, polisaccaridi, vitamine e minerali (soprattutto potassio e calcio).
Le foglie della pianta vengono considerate un ottimo diuretico naturale (di qui il curioso nome con il quale il tarassaco è spesso chiamato, piscialletto); la radice di tarassaco invece viene considerata un ottimo disintossicante che agisce principalmente sull’organo epatico e sulla cistifellea.
Campo di tarassaco (altipiano di Asiago)
Il tarassaco viene quindi consigliato in caso di acne, afta, stati di leggera intossicazione, infiammazioni della colecisti, dispepsia, lievi disturbi epatici, emorroidi, gotta, iperuricemia, ipertensione arteriosa (pressione alta), inappetenza, iperlipidemia, ittero, shigellosi (enterite da Shigella), stipsi ecc.
Da sempre la fitoterapia ha dato notevole importanza ai molteplici utilizzi terapeutici di questa pianta tant’è che si è coniato il termine tarassacoterapia; che il tarassaco abbia buoni effetti diuretici blandi effetti epatoprotettivi è da tutti riconosciuto; certo è che si deve considerare che il suo utilizzo può venire preso in considerazione solo per disturbi di lieve portata.
I dosaggi consigliati variano generalmente dai 9 ai 30 g di droga (suddivisi in tre somministrazioni giornaliere).
NOTA – Come per molti rimedi fitoterapaci, è fondamentale comprendere che il tarassaco non può sostituire farmaci in patologie accertate e può solo affiancare, sempre su consiglio medico, le soluzioni della medicina convenzionale (vedasi principio delle multinazionali).
Controindicazioni
Il tarassaco è generalmente considerata una pianta sicura, ma non è totalmente scevra, come del resto accade per molti rimedi fitoterapici, da effetti collaterali e interazioni con farmaci di sintesi. Può, per esempio, inibire l’aggregazione piastrinica e può potenziare, perlomeno dal punto di vista teorico, l’effetto farmacologico dei farmaci ad azioni trombolitica, anticoagulante e antiaggregante piastrinica.
Visto il notevole contenuto in potassio presente sia nelle foglie che nelle radici non è consigliabile associare l’uso di tarassaco a quello di supplementi di tale minerale in quanto potrebbe verificarsi una condizione di iperpotassiemia (iperkaliemia).
Si deve inoltre tenere conto che il tarassaco, vista la sua capacità di aumentare l’acidità gastrica, può innalzare il potere gastrolesivo dei farmaci antinfiammatori non steroidei.
Infine, dato il notevole effetto diuretico della pianta, si deve tener conto che un suo utilizzo può depauperare le scorte di sodio e innalzare conseguentemente la tossicità dei farmaci a base di litio.
Un’avvertenza importante è relativa al lattice che fuoriesce dal tarassaco quando si tagliano le foglie o gli steli; tale sostanza infatti è tossica se viene ingerita.