La malva silvestre (Malva sylvestris), nota anche come melba, miloghia, riondella, varmeta e molti altri nomi, è una pianta erbacea perenne che appartiene alla famiglia delle Malvacee.
La pianta ha radice fittonante ed è dotata di un fusto legnoso alla base che può arrivare all’altezza di un metro; ha foglie sparse e di varie forme; i fiori sono di color rosa violaceo con striature più scure; è una pianta molto comune nei prati e nelle praterie, in pianura come in collina; è originaria di una vasta zona che va dall’Europa all’Asia occidentale alle Americhe; è molto diffusa in tutte le regioni della zona mediterranea fino a 1.300 m di altezza. Cresce spontanea, ma viene anche coltivata per utilizzi gastronomici.
Malva – Proprietà
Molto nota in antichità, il suo nome deriverebbe dal latino malum va (il male va via) oppure da mollire alvum (lenire il ventre). Era consigliata da Dioscoride per i dolori addominali, da Cicerone come digestivo dopo un pasto abbondante (ma a piccole dosi; lo stesso Cicerone racconta che una torta a base di malva e bietole gli provocò un attacco di dissenteria). Al pari di altre piante medicamentose, la malva può dire la sua in cucina, dove può essere utilizzata come insalata o come ingrediente per minestre o risotti. A scopo gastronomico possono essere sfruttati sia le foglie che i fiori.
Oltre ai citati riferimenti di epoca romana e greca si sa che nel XVI secolo era considerata una vera e propria panacea, tant’è che veniva detta “omnimorba”.
Le parti della pianta che vengono utilizzate a scopi fitoterapici sono le foglie e i fiori; le foglie vengono raccolte durante tutto il periodo estivo, in particolar modo nei mesi di giugno e luglio e preferibilmente al mattino presto, subito dopo che la rugiada si è asciutta. I fiori vengono invece raccolti all’inizio della fioritura. L’essiccatura delle parti raccolte deve avvenire in luoghi ombrosi e ventilati; i fiori in particolar modo vanno protetti dalla luce perché tendono a degradarsi molto facilmente.
I costituenti principali della malva sono mucillagini, antociani, potassio, ossalato di calcio, vitamine e pectina. In erboristeria, dove è tuttora una delle piante più vendute, la malva viene consigliata come rimedio lassativo, antiflogistico, emolliente, bechico (si dice bechico di un rimedio contro la tosse) e oftalmico.
La malva viene preparata sotto diverse forme: decotto, infuso, impacco, compresse e crema. Il decotto e l’infuso di malva vengono utilizzati per combattere la stipsi, la tosse, il catarro, le irritazioni del cavo orale e i disturbi dell’apparato gastrointestinale. Alcuni erboristi la consigliano quale rimedio preventivo contro le emorroidi.
Come si può intuire da quanto scritto sopra, l’utilizzo fitoterapico della pianta può avere un senso soltanto nel caso di disturbi di lieve entità dove è possibile sfruttare i suoi reali, seppur blandi, effetti emollienti, antinfiammatori e lassativi. Non si riscontrano particolari effetti collaterali dal suo uso tant’è che viene spesso consigliata a bambini e a persone anziane.
Tisana alla malva
Poiché la malva è ricca di mucillagini è particolarmente indicata per il tratto gastrointestinale e ciò giustifica l’uso di tisane alla malva. Infatti, l’impiego della tisana ammorbidisce i tessuti, con l’azione simile a un blando lassativo
Per preparare una tazza di tisana occorre lasciare in infusione in acqua portata all’ebollizione un cucchiaino di fiori e foglie di malva essiccati per un periodo di circa cinque minuti. La tisana può essere dolcificata con miele (per esempio quello di eucalipto, sinergico all’azione della tisana per le vie respiratorie).