Le parti del ginepro che vengono utilizzate a scopo fitoterapico sono i frutti e le foglie; la raccolta dei frutti deve avvenire a maturazione, mentre le foglie possono essere raccolte in qualsiasi periodo dell’anno.
I costituenti principali della droga sono olio essenziale, tannini, catechine, acidi diterpenici, zuccheri, resine, acido ascorbico ecc.
La fitoterapia tradizionale attribuisce al ginepro proprietà balsamiche, diaforetiche (favorisce la sudorazione), toniche, emmenagoghe (favorisce le mestruazioni, richiamando sangue nell’area pelvica) e antireumatiche.
Generalmente il ginepro viene impiegato per trattare le affezioni a carico del tratto urinario (cistiti, prostatiti, uretriti ecc.), ma anche per curare le coliche intestinali flatulente o ridurre la sintomatologia della menopausa.
Alcuni suggeriscono di masticare le bacche prima dei pasti principali; ciò dovrebbe favorire le secrezioni gastriche e facilitare la digestione.
A motivo del suo potenziale irritante, il ginepro viene solitamente prescritto in combinazione con altri rimedi fitoterapici, tipicamente l’uva ursina.
Controindicazioni
L’utilizzo del ginepro è controindicato in gravidanza e in caso di infiammazioni acute del tratto urinario; gli oli essenziali vengono escreti per via renale; se i reni o il tratto urinario sono infiammati in modo acuto, tali sostanze possono provocare un aggravamento del processo infiammatorio e acuire le sensazioni dolorose.
Sovradosaggio o assunzione di ginepro protratta per troppo tempo (oltre le sei settimane) possono essere causa di stati infiammatori.