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Strategie di investimento

Quando si parla di strategie di investimento non si può prescindere dalla quota investita.

Questo articolo è orientato alla gestione di patrimoni fra 10.000 e un milione di euro. Altra premessa alla lettura è avere ben presente cosa si intende per quota investibile.

Suddivideremo il nostro campo d’azione in tre fasce. Tutte e tre le fasce daranno per scontato che si sia già provveduto a:

  • investire la quota massima fiscalmente detraibile nella pensione integrativa;
  • stipulare eventuali assicurazioni sulla vita; eventuali indica che occorre prendere in esame tutti i punti negativi descritti ne Assicurazioni sulla vita;
  • detrarre dalla quota investibile eventuali quote destinate a falsi investimenti, cioè ad attività secondarie che sono veri e propri lavori alternativi.

L’ultimo punto è particolarmente importante per gli investimenti in immobili e terreni. Come vedremo nei piani operativi, per patrimoni fino a 250.000 euro un discorso su immobili e terreni può essere solo marginale.

I motivi principali dell’affermazione precedente sono:

1. Tali investimenti tendono spesso a non esserlo realmente.

In senso moderno, un investimento è tale se richiede un’allocazione minima di risorse (per esempio compro 10.000 euro di titoli di Stato); altrimenti si configura come una vera e propria attività.

L’acquisto di una casa che poi si affitta è l’esempio più semplice.

Se interagiamo direttamente con l’inquilino, stiamo svolgendo una vera e propria miniattività, alternativa al nostro lavoro, nella quale spesso non teniamo conto delle spese di gestione e del tempo che spendiamo; diverso è il caso in cui ci limitiamo a comprare la casa e affidiamo a una struttura esterna retribuita il ruolo di amministratrice dell’immobile. In questo secondo caso, quello che ci resta è il vero guadagno dell’affitto. Idem dicasi nel caso in cui si acquisti un terreno agricolo: solo considerandolo un’attività (cioè coltivandolo e gestendolo con decisioni opportune) riusciremmo a valorizzarlo al meglio.

2. Tali investimenti minimizzano le spese di gestione solo per grandi capitali. Infatti le plusvalenze realizzate sono al lordo delle tasse e di tutte quelle spese di gestione che servono a mantenere negli anni il bene considerato. Per piccoli investimenti (per esempio una casa del valore di 300.000 euro) l’inflazione, le tasse, le spese di manutenzione ecc. riducono notevolmenteil reale guadagno.

Gli strumenti di investimento

Come strumenti di investimento si considerino:

  • immobili e terreni
  • strumenti per la massima liquidità (cioè liquidabili in 3 mesi al massimo)
  • obbligazioni
  • azioni.

I singoli strumenti vanno poi ottimizzati seguendo le indicazioni date nei paragrafi seguenti.

Occorre mettere in guardia dall’investire in campi alternativi e tipicamente speculativi (arte, gioielli ecc.) senza avere una capacità specifica. Tali campi sono di fatto assimilabili a un lavoro alternativo: comprare un quadro, un orologio prestigioso o un’auto d’epoca sperando in una grande rivalutazione è del tutto ottimistico se non si è esperti del settore. D’altro canto, se lo si è, non ha senso rendere il tutto occasionale, ma avrebbe senso farlo diventare per lo meno una seconda attività.

Le gestioni proposte sono prevalentemente passive, nel senso che si deve seguire l’andamento dei propri investimenti non in modo continuo nel tempo, ma con controlli periodici (per esempio trimestrali) per verificare se sia il caso di smobilizzare positivamente. Per esempio, se un anno fa si è comprata un’obbligazione a 95,25 e ora vale 99, un guadagno del 4% giustifica la vendita; se, al contrario, è scesa a 94,20 ci si mette il cuore in pace e la si terrà fino alla sua scadenza.

Da 10.000 a 50.000 euro

So di dare una delusione a chi pensava di diversificare, ma con una cifra così modesta si possono solo usare due strumenti: quelli per la massima liquidabilità e le obbligazioni. Si possono usare congiuntamente o, meglio, utilizzare le seconde a meno che i primi non siano più vantaggiosi a causa di una particolare situazione economica.

Da 50.000 a 250.000 euro

strategie di investimentoQui i quattro strumenti sono tutti impiegabili, ovviamente con le dovute riflessioni.

Per gli immobili e i terreni è opportuno inglobarli nella quota aggiuntiva. Se si decide di investire 50.000 euro in immobili, anziché comprare un minuscolo monolocale, ha più senso comprare una casa di proprietà più grande: le tasse sulla quota aggiunta sono minori che su una seconda casa e non ci sarebbero tutti i fastidi di gestire un bene che per la sua esiguità darebbe rendite comunque modeste a fronte comunque di un certo impegno di gestione.

Anche in questo caso le obbligazioni si prendono la fetta maggiore della quota investibile (almeno il 50%) e possono essere sostituite dagli strumenti per la massima liquidabilità solo nei casi eccezionali in cui questi rendono di più.

Discorso a parte meritano le azioni. In teoria, con un patrimonio di 250.000 euro sarebbe possibile investire nell’azionario, ma in pratica conviene farlo legando la cifra alla propria età.

Se a 30 anni può essere significativa una quota investita anche del 40%, a 60 anni non dovrebbe superare il 10%; con questi dati è automatico ricordare che a 40 anni si investe al massimo il 30% e a 50 al massimo il 20%. Vi propongo cioè la regola del 70:

la somma fra età e percentuale azionaria fa sempre 70.

Ricordiamoci comunque che investire nell’azionario è un’opportunità, non un obbligo.

Da 250.000 a un milione di euro

Siamo ormai su cifre importanti. Prima di entrare in dettaglio, è necessario capire “che vento tira”. Attualmente con un’economia ancora in parziale crisi, sembra che la situazione sia questa:

  • obbligazioni sicure e liquidità: ****
  • azioni: **
  • oro: ** (si veda l’articolo Comprare oro)
  • immobili: *

Tale quadro apparirà deludente a chi sogna di speculare con il proprio capitale, ma è sicuramente quello che lo protegge maggiormente.

Per quanto riguarda immobili e terreni, fino al 30% del patrimonio si può investire in essi, sia come quota aggiuntiva sia come investimento a sé stante. Molti arriverebbero a investire fino al 100%, ma è una soluzione troppo semplicistica perché, di fatto, con un tal capitale, se si vuole investire nel mattone, ha più senso intraprendere una vera e propria seconda attività. Inoltre occorre ricordare che

un immobile ha valore solo se si riesce a rivenderlo!

Cosa che negli ultimi anni non è stata così facile e ha prodotto perdite anche del 50%, pur di rientrare dall’investimento fatto con un po’ di liquidità.

In altri termini, anziché investire in un paio di lussuosi appartamenti in centro città, è più logico investire in unità più piccole diversificando i rischi che comunque sono sempre presenti sull’investimento singolo. In ogni caso la crisi del settore immobiliare iniziata nel 2008 ha, di fatto, spento ottimismi che duravano da decenni, ottimismi senza una reale motivazione razionale.

Una volta determinata la quota destinata a immobili e terreni, si deve determinare quella da investire in azioni; anche in questo caso il massimo è rappresentato dalla regola del 70. La parte rimanente è destinata alle obbligazioni. Vediamo alcuni casi “sensati”.

strategie di investimentoMario, 37 anni, quota investibile 350.000 euro – Decide di avere una quota aggiuntiva alla sua casa di 100.000 euro, investe il 20% in azioni (70.000 euro) e il rimanente in obbligazioni (180.000).

Anna, 45 anni, quota investibile 450.000 – Decide di non avere quota aggiuntiva, acquista una unità immobiliare da 110.000 euro che affitta, investe il 10% in azioni (45.000 euro), 260.000 euro in obbligazioni e 35.000 euro in un conto online ora particolarmente conveniente.

Angela, 42 anni, quota investibile 700.000 – Decide di avere una casa un po’ più grande per la sua famiglia (quota aggiuntiva di 100.000 euro), investe un 25% in azioni (175.000) e il resto tutto in obbligazioni, ben 425.000 euro.

Silvio, 60 anni, quota investibile 1.000.000 euro – La casa non la cambia; non fidandosi particolarmente dell’investimento immobiliare investe 100.000 euro in azioni, 100.000 in un conto online, 50.000 in un normale conto corrente bancario e ben 750.000 euro in obbligazioni, opportunamente diversificate.

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