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Spesometro

Lo spesometro è uno strumento ideato dall’Agenzia delle Entrate allo scopo di limitare l’evasione fiscale in ambito IVA.

A onor del vero, il termine spesometro è improprio, ma ancora utilizzato da addetti ai lavori e no; a partire dal 2013 fu denominato Comunicazione Polivalente perché l’invio telematico dello veniva effettuato assieme ad altri tipi di comunicazione; dal 2017 si chiama Comunicazione IVA.

Lo spesometro aveva debuttato con modalità diverse nel 2010; adesso, dopo vari aggiustamenti e varie proroghe si dovrebbe essere vicini alla versione definitiva.

Come funziona lo spesometro 2017

SpesometroLa comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute è obbligatoria e deve essere effettuata da tutti i soggetti passivi IVA. Esistono però alcuni soggetti esonerati (contribuenti minimi, contribuenti forfetari, produttori agricoli in regime di esonero ecc.).

Nella comunicazione IVA si devono indicare i seguenti dati:

  • le fatture emesse, indipendentemente dalla loro registrazione;
  • le fatture d’acquisto (bollette doganali incluse);

devono anche essere comunicati i dati relativi alle loro variazioni.

Rispetto alla versione precedente dello spesometro non sono previsti importi minimi da indicare. Dall’obbligo di comunicazione sono esclusi:

  • i documenti diversi dalle fatture (scontrini, schede carburanti, ricevute fiscali);
  • le fatture trasmesse mediante il sistema di interscambio (Sdl), dal momento che, attraverso questo sistema l’Agenzia delle Entrate è già in possesso dei dati necessari;
  • i dati delle fatture che sono oggetto di trasmissione al Sistema Tessera Sanitaria (S.T.S.).

Rientrano invece nell’obbligo di comunicazione:

  • le operazioni non rilevanti Iva per mancanza del requisito di territorialità (artt. 7 e seguenti del DPR 633/72);
  • le fatture di importo inferiore a 300 Euro per le quali è prevista la facoltà di registrazione tramite documento riepilogativo, indipendentemente dalla modalità di registrazione;
  • le fatture emesse e annotate (o da annotare) del registro dei corrispettivi;
  • le fatture ricevute dai soggetti che si avvalgono dei regimi agevolati forfetario/minimi, che non evidenziano l’IVA in fattura.

Con lo spesometro, il fisco non sarà soltanto in grado di verificare le posizioni del singolo contribuente, ma potrà anche “farsi un’idea” della situazione delle aziende.

Le scadenze per l’invio sono:

  • 16.10.2017 per il primo semestre 2017
  • 28.02.2018 per il secondo semestre 2017.

Il mancato o l’errato invio della comunicazione comporta una sanzione di 2 Euro per ciascuna fattura, con un massimo di 1.000 Euro a trimestre.

Se l’invio corretto avviene entro 15 giorni dalla scadenza la sanzione è dimezzata (1 Euro per ciascuna fattura, per un massimo di 500 Euro a trimestre).

È possibile, comunque, avvalersi del cosiddetto ravvedimento operoso, con la riduzione della sanzione da 1/9 a 1/5 a seconda del momento in cui si provvede al versamento della sanzione.

Evasione fiscale: lo spesometro come deterrente

Secondo le intenzioni dell’Agenzia delle Entrate, lo spesometro non dovrebbe essere soltanto uno strumento di accertamento, ma dovrebbe rappresentare anche un mezzo deterrente; il sapere di essere più facilmente individuabili dal fisco dovrebbe, sperano gli ideatori dello strumento, spingere il contribuente ad avere un comportamento fiscale più corretto.

Spesometro e altri strumenti

SpesometroLo spesometro non deve essere confuso con il redditometro (più correttamente accertamento sintetico di tipo induttivo) che è uno strumento attraverso il quale il Fisco cerca di stimare il reddito presunto di un contribuente sulla base delle spese che questi ha effettuato; ciò dovrebbe essere reso possibile da indici fissati a priori; nel caso di scostamenti eccessivi tra reddito presunto e reddito dichiarato, il contribuente può essere convocato dall’Agenzia delle Entrate per giustificare tali scostamenti.

Lo spesometro non deve essere confuso nemmeno con il cosiddetto riccometro, termine popolare con il quale si fa riferimento all’ISEE, l’indicatore della situazione economica equivalente; questo strumento serve a misurare la condizione economica di una famiglia e a determinare chi ha diritto a prestazioni sociali agevolate, esenzioni e agevolazioni tariffarie in determinati ambiti. Il riccometro tiene conto non soltanto del reddito complessivo familiare, ma anche di diversi altri elementi (proprietà mobiliari, proprietà immobiliari, depositi e conti correnti bancari ecc.).

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