Molti studiosi (Fischhoff, Thinès, Costall, Butterworth ecc.) hanno evidenziato che la mente umana tende a vedere la certezza anziché l’incertezza, la causa e l’effetto invece della semplice correlazione. Sembra che l’uomo abbia bisogno di certezze (non a caso l’ansia nasce dal mancato controllo della situazione in cui si è). Quando questo bisogno resta del tutto inconscio non viene sottoposto a nessuna critica e genera una serie di problemi.
In campo finanziario l’illusione della certezza si trasforma nel rifiuto dell’incertezza (fenomeno spesso che coesiste con la falsa cultura e la non conoscenza delle leggi della statistica), anche a costo di inventare spiegazioni fittizie che confondono la causalità con la correlazione o la coincidenza (vedasi il mio testo Migliora la tua intelligenza per un approfondimento sull’errore di correlazione o su quello di coincidenza). L’incertezza che caratterizza i mercati finanziari va accettata come un dato di fatto: i mercati sono, in larga misura, espressione della psicologia delle masse e, come tali, sottoposti a ondeggiamenti ed eccessi. Metodo, disciplina e pazienza consentono di individuare l’ordine in mezzo al caos. I guru, se competenti ed esperti, vanno ascoltati, ma solo come fonte di riflessione e ispirazione. Anche perché è sempre possibile trovarne due su posizioni contrapposte. E anche perché pure loro sono sottoposti al fattore moda: poiché sono in tanti a pontificare e a dire di tutto, sarà sempre possibile trovare qualcuno che può affermare di avere effettuato la previsione giusta. Ma non vi è alcuna garanzia che anche la prossima lo sarà.