Conosciuto anche come “tecnofinanza”, il Fintech sta inevitabilmente modificando non solo il modo in cui si acquista e si richiedono i prestiti, ma anche i rapporti dei clienti con le banche e, di conseguenza, le modalità con cui si risparmia.
Sebbene le stime dicano che un terzo dei consumatori ormai si affida ai servizi tecnofinanziari, l’84% invece afferma di non sapere che cos’è il Fintech, anche se poi – senza saperlo – molti dei servizi utilizzati nel quotidiano rientrano in questa categoria. È evidente quindi che c’è molta confusione al riguardo e fare un po’ di chiarezza sulla questione non fa certo male.
Ebbene, per Fintech si intendono tutti quei servizi tecnologici e innovativi utilizzati nel settore finanziario. Tra gli attori economici più coinvolti vi sono le start-up e, ovviamente, gli istituti bancari più famosi, come per esempio Unicredit. Questi ultimi, in particolare, sono dei veri e propri promotori di tale rivoluzione, attraverso servizi di vario genere e complessità che possono andare dalle semplici app all’utilizzo dei big data e dell’intelligenza artificiale (IA).
I risultati, infatti, non sono tardati ad arrivare: basti pensare che solamente nel 2018 gli investimenti nel Fintech hanno toccato quasi i 40 milioni di dollari, registrando una crescita di ben il 120% rispetto al 2017. E in Italia? C’è da dire che il nostro Paese, rispetto al resto d’Europa, è in ritardo, ma ciononostante le stime affermano che questo settore è fortemente incoraggiato da istituzioni, banche, assicuratori e investitori, tanto che tra il 2016 e il 2017 si è registrato un aumento del 30% del fatturato complessivo di un panel di aziende impegnate nel settore finanziario e affini, risultato pari a 256,6 milioni di euro.
A livello generale, la crescita registrata a partire dal 2016 ha portato in cima alla classifica per raccolta di investimenti gli Stati Uniti (con 13,9 miliardi di dollari), subito seguiti dalla Cina (13,4 miliardi di dollari) che vanta tra l’altro quattro delle prime cinque start-up al mondo per finanziamenti ottenuti e tasso di crescita più alto (+233%).
Puntando appunto il focus sul mondo delle nuove realtà economiche, in Italia le start-up innovative presenti ammontano a circa 8.900, di cui 235 appartengono alla categoria Fintech. Secondo Italiafintech, queste nuove realtà tecnofinanziarie hanno sfiorato nel 2018 i 200 milioni di euro raccolti, ben quattro volte la cifra dell’anno precedente.
Per quanto riguarda i consumatori invece si parla di 11 milioni di italiani che hanno utilizzato, sempre nell’arco del 2018, almeno un servizio Fintech, rimanendone soddisfatti. Ma quali sono quelli che sono stati maggiormente apprezzati dagli utenti?
Sicuramente in cima alla lista spiccano quelli legati ai pagamenti mobile, seguiti da: servizi di gestione del budget familiare, servizi P2P e infine, servizi offerti dalle chatbot.
In Italia, infatti, come anche nel resto dei Paesi sviluppati, il mondo della finanza si trova in una situazione di costante progresso, grazie al continuo miglioramento della tecnologia e a implementazioni di servizi innovativi che creano nuove relazioni, e ne modificano altre, tra utenti, imprese e banche. Quelle tecnologie come la blockchain e i robo-advisor, che un tempo erano ritenute praticamente “fantascienza”, oggi sono una realtà a tutti gli effetti che ha rivoluzionato letteralmente – e lo sta ancora facendo – l’ecosistema finanziario, in particolare il modo in cui gli istituti bancari e quelli assicurativi soddisfano le esigenze dei propri clienti.
Immagine 2
Infatti, grazie ad algoritmi che utilizzano il machine learning, ogni banca è ormai in grado di personalizzare la propria offerta in maniera specifica per tutte le tipologie di clienti. Questi ultimi inoltre, possono essere classificati dagli istituti bancari, tramite le statistiche in loro possesso, sulla base della loro capacità di poter ripagare debiti, permettendo così di individuare i potenziali clienti insolventi.
Queste tecnologie, inoltre, non saranno soltanto appannaggio delle banche, ma ne faranno uso anche gli istituti assicurativi in quanto, sempre grazie al machine learning, questi saranno in grado di capire quali sono i clienti più affidabili e che si espongono in maniera minore a rischi che potrebbero gravare sulle tasche dell’impresa assicurativa. Così facendo, le assicurazioni riusciranno a adattare i premi in base ai loro clienti, subendo dunque minori danni e consentendo ai più meritevoli di risparmiare sul costo dell’assicurazione.