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Durata della scarpa da running

La durata della scarpa da running è un parametro importante per valutarne la qualità, ma non deve essere sovrastimata: meglio un’ottima scarpa (come protezione, flessibilità ecc.) che dura 500 km che una scarpa scadente che ne dura 1.000.

Le scarpe da running non sono eterne, anche se molti sportivi le ritengono tali solo “perché non si rompono”. Mediando i consigli degli esperti, si può sostenere che la relazione fra durata di una scarpa e la sua tipologia sia attualmente la seguente:

  • A1 – da 150 a 300 km
  • A2 – da 250 a 500 km
  • A3/A4 – da 500 a 1.000 km.

Quindi la durata di una scarpa da running non può superare i 1.000 km. Questa distanza si può convenzionalmente assumere come distanza critica: è una distanza massima che può ulteriormente diminuire in particolari circostanze.

Tomaia, suola, intersuola – I sistemi di ammortizzamento e i materiali impiegati dalle aziende leader permettono oggi di dire che se uno dei tre componenti esterni della scarpa si degrada troppo presto, il modello è decisamente sbagliato rispetto al runner. In altri termini, se la tomaia si fora, se dopo 100-200 km l’intersuola non è più reattiva o se il battistrada è decisamente usurato prima della distanza critica, dovete probabilmente rivolgervi a un altro tipo di scarpa.

Clima – I materiali con cui sono costruite le scarpe possono essere meccanicamente molto resistenti, ma termicamente lasciano un po’ a desiderare. Il poliuretano è sensibile alle basse temperature, mentre il gel alle alte. Idealmente la temperatura della scarpa dovrebbe stare fra i 5 e i 25 °C, ma, anche se il runner osserva questo intervallo, non si può essere certi che lo stoccaggio nei magazzini prima della vendita non abbia fatto danni. Per questo motivo vecchi modelli dati in offerta possono essere molto più “rischiosi” di modelli appena usciti sul mercato.

Lavaggio e asciugatura – L’impiego della scarpa d’inverno o d’estate in genere non è particolarmente stressante perché raramente si corre con temperature veramente critiche (sotto zero o sopra i 35 °C); di solito è più stressante il lavaggio. Le scarpe andrebbero lavate a mano con acqua fredda e fatte asciugare a temperatura ambiente, semmai in luogo ventilato. Il lavaggio in lavatrice (anche a 30 °C) è sconsigliato (soprattutto se segue un’asciugatura vicino a fonti di calore non sufficientemente schermate) e andrebbe utilizzato solo dopo la fine della vita come scarpa da running, per utilizzarla in seguito come normale scarpa da passeggio.

Sovrappeso – Il sovrappeso dell’atleta (IMC superiore a 22 per gli uomini e a 20 per le donne) accorcia la vita della scarpa almeno di un 20%. Poiché gran parte dei runner amatoriali è in sovrappeso, ben si comprende come la distanza critica debba essere sovente ridimensionata.

Nota: in realtà si dovrebbe considerare il peso dell’atleta relativamente al numero utilizzato. Infatti, a parità di peso, sono fortunati i runner che usano numeri più alti, cioè hanno piedi più grandi!

Scarpe da gara – Le scarpe da gara (superleggere o intermedie) subiscono un notevole ridimensionamento della durata. Oltre a perdere il potere ammortizzante, decadono velocemente come prestazioni, tanto che dopo 500 km l’atleta può perdere fino a 2-3″/km, 20-30″ su un 10000 m.

Un esempio – I numeri dati possono non essere presi nella giusta considerazione; è opportuno pertanto fare un esempio. Mario è un runner amatore che usa solitamente due paia di scarpe, un paio da allenamento per lenti e/o medi e un paio da gara per allenamenti di qualità e gare (di solito attorno a 10 km). Si allena 5 volte alla settimana con una prova di qualità e una gara alla domenica, 50 km con le scarpe da allenamento (compresi i riscaldamenti) e 20 km con le scarpe da gara. Nonostante i suoi sforzi sportivi (ma non alimentari!) è in leggero sovrappeso: 175 cm per 72 kg. Ha una cura maniacale per le sue scarpe, per cui evita ogni problema di clima, di lavaggio ecc.

Quante scarpe dovrebbe cambiare in un anno?

Applicando quanto detto sopra, le sue scarpe da allenamento possono durare al massimo 800 km e quelle da gara non più di 400.

Quindi un paio di scarpe da allenamento dura 16 settimane e un paio di scarpe da gara circa 20. Considerando che, per problemi vari, per un mese circa non corre, Mario deve utilizzare 6 paia di scarpe, 3 da allenamento e 3 da gara.

Durata della scarpa da running - chilometraggio massimo

Una scarpa da running di categoria A2 ha una durata che varia dai 250 ai 500 km

Costo e durata della scarpa

Prendendo il listino della linea A3 di una casa, si può andare per esempio dai 90 ai 180 euro. Le più costose in genere usano materiali migliori e/o più leggeri e offrono calzabilità migliore, ma non sempre il sovrapprezzo vale la candela.

Inoltre molti venditori offrono la versione precedente a un prezzo inferiore rispetto all’ultima versione. Conviene acquistare sempre l’ultima versione o quella precedente se costa decisamente meno (per esempio 30 euro)? Difficile da dirsi. Conviene valutare le differenze e, se sono minime, scegliere di risparmiare qualche euro; se invece sono significative, valutarle e poi decidere. Per esempio, anni addietro, nel passaggio fra la versione 15 e la versione 16 della Jazz, Saucony abbassò il drop da 12 mm a 8, scelta ormai stabile da alcuni anni.

Inoltre si deve valutare il fatto che scarpe di versioni precedenti possono essere state a lungo in magazzino e, se le condizioni di conservazione non sono state ottimali, potrebbero aver perso parte delle loro caratteristiche.

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