Il contatore elettronico (detto anche contatore intelligente) ha sostituito ormai da diversi anni il vecchio contatore elettromeccanico; questa innovazione ha permesso una gestione più comoda e razionale dei consumi energetici.
Fra i vari miglioramenti che il passaggio da contatori elettromeccanici a quelli elettronici, si deve annoverare anche la comodità della lettura e della gestione a distanza.
Anche se i fornitori di energia elettrica sono numerosi, i contatori elettronici sono tutti pressoché identici. Nell’immagine sottostante un classico contatore elettronico (fonte http://ee.ireti.it); i numeri faciliteranno le spiegazioni delle parti più importanti dell’apparecchio.
Il numero 1 indica il display, ovvero il quadrante dal quale è possibile ottenere diverse informazioni; se nel display, nell’angolo in basso a sinistra, compare la scritta L1 (oppure contemporaneamente le scritte L1, L2, L3 nel caso di un contatore elettronico trifase) significa che tutto sta funzionando in modo corretto. Nel caso in cui il display mostri un triangolino con un punto esclamativo accanto e nell’abitazione c’è comunque energia elettrica, la segnalazione può essere ignorata, altrimenti è necessario contattare il proprio fornitore di energia elettrica (di norma le compagnie forniscono un numero verde al quale rivolgersi in caso di guasti o richieste di intervento).
Per ottenere altri tipi di informazioni è necessario premere il pulsante indicato con 2; premendolo in sequenza si possono ottenere le seguenti informazioni:
- codice POD
- fascia oraria in vigore al momento della visualizzazione sul display (la fascia 1 è relativa alle ore di punta; la fascia 2 è relativa alle ore intermedie e la fascia 3 alle ore fuori punta)
- potenza istantanea (potenza assorbita in kW al momento della lettura)
- lettura dei consumi e della potenza nel periodo corrente
- totalizzatore energia prelevata (consumo totale in kWh registrato fino al momento in cui si effettua la lettura sul display)
- lettura dei consumi nella fascia di prelievo (indica il consumo in kWh suddiviso per fascia oraria di prelievo, registrato fino al momento della lettura sul display)
- potenza massima (massimo prelievo di potenza espresso in kW)
- lettura dei consumi e della potenza relativi al periodo precedente.
Il codice POD è una stringa alfanumerica così costituita: codice Paese, nel nostro caso IT, codice distributore, ovvero un codice numerico di tre cifre che identifica il distributore di energia elettrica, la tipologia di servizio, ovvero E, sigla fissa che indica l’energia elettrica, codice numerico generalmente di 8 cifre che serve a garantire l’univocità del punto di prelievo; opzionalmente può essere presente una chiave di controllo). Il codice POD, sempre riportato anche nella bolletta, è un codice necessario nel caso in cui si decida di variare il proprio fornitore di energia elettrica e per altre comunicazioni fra gestore e cliente.
Il punto 3 indica gli indicatori di consumo, si tratta di due piccole luci di colore rosso che si trovano alla sinistra del display; quando queste luci lampeggiano significa che il contatore elettronico sta rilevando un consumo di energia elettrica.
Il punto 4 indica l’interruttore; si trova in basso in posizione centrale; serve a effettuare l’interruzione o la riattivazione dell’alimentazione di energia elettrica. L’interruttore deve essere sempre abbassato ogni qualvolta vengono effettuati lavori di qualsiasi tipo sull’impianto elettrico di casa; così facendo l’erogazione di energia elettrica viene interrotta e si può lavorare in assoluta sicurezza. L’interruttore non sostituisce i dispositivi di sicurezza né altri tipi di dispositivo previsti dalle norme CEI 64-8 (Comitato Elettrotecnico Italiano).
Il punto 5 indica un’interfaccia ottica riservata a eventuali interventi da parte degli operatori autorizzati dal fornitore di energia elettrica; si trova in alto sotto il pulsante di lettura.
Il punto 6, infine, fa riferimento ai dati di targa; si tratta di dati che mostrano le caratteristiche del contatore elettronico e il nome del costruttore; oltre agli altri dati è presente una sigla: GISM oppure GIST; la prima indica i contatori monofase (quelli di norma in uso presso la maggior parte delle abitazioni), la seconda i contatori trifase (di norma utilizzati nelle forniture elettriche relative a usi diversi da quelli abitativi).
Contatore elettronico – Superamento della potenza disponibile
Il contatore elettronico misura costantemente la potenza che viene assorbita dall’impianto elettrico del cliente; nel caso in cui la potenza disponibile venga superata, il contatore elettronico è predisposto per effettuare delle verifiche ai minuti 2, 92 e 182 visualizzando delle informazioni del genere:
- dopo 2 minuti: “Ridurre carico, supero potenza per più del XX%)
- dopo 92 minuti: “Rischio distacco, supero potenza per più del XX%).
Nel caso in cui l’interruttore scatti, il valore di potenza istantanea e quello di potenza massima del periodo di fatturazione in corso che appaiono sul display non sono necessariamente quelli che hanno causato l’interruzione dell’erogazione di energia; il contatore elettronico, infatti, scatta dopo 182 di minuti di superamento del carico massimo applicabile.
Il contatore elettronico misura costantemente la potenza che viene assorbita dall’impianto elettrico del cliente
Contatore elettronico – Taglie delle potenze elettriche
A livello domestico sono tre le taglie di potenza più diffuse, ovvero 3, 4,5 e 6 kW (kW sta per chilowatt).
Di queste tre taglie, la più diffusa in assoluto è senz’altro la prima; 3 kW, in effetti, sono generalmente sufficienti per il consumo domestico, anche se, quando vi sono troppi apparecchi accesi, il contatore elettronico può “saltare”.
A seconda delle proprie esigenze, si può decidere quindi di passare a una taglia superiore, ovvero 4,5 o 6 kW. Questo passaggio non è quasi mai “indolore” per il portafoglio, fatta eccezione per i contratti domestici non residenti, indipendentemente dai consumi effettuati.
Passaggio di taglia: quanto costa?
Vediamo adesso quanto può incidere a livello economico il passaggio di taglia.
Per gli utenti domestici in regime di maggior tutela (ovvero non in mercato libero), passare da 3 a 4 kW comporta l’addebito di una quota una tantum di circa 154 euro. Nel caso in cui il contratto sia domestico residente l’aumento in bolletta è legato ai consumi; proporzionalmente, più energia elettrica viene usata, minore sarà il rincaro; coloro che, per esempio, consumano circa 1.200 kW all’anno subiranno un rincaro di circa il 70%; chi consuma 3.500 kW subirà un aumento di poco inferiore al 30%. Come detto, nel caso di un contratto domestico non residente, indipendentemente dai consumi, si dovrà considerare un rincaro piuttosto basso, ovvero circa 25 euro in più all’anno.
Il passaggio da 3 a 6 kW comporta una spesa una tantum di circa 250-260 euro.
Nel caso di contratti domestici residenti, l’aumento annuo nella bolletta è legato ai consumi di energia elettrica; coloro che hanno un consumo annuo di circa 1.200 kW subiranno un rincaro vicino al 100%; chi ne consuma 3.500, subirà un aumento vicino al 30%.
Nel caso di contratti domestici non residenti si devono considerare circa 50 euro in più all’anno.
Per quanto riguarda il mercato libero, cambia il valore della bolletta annua (a motivo del diverso listino prezzi), ma la differenza percentuale fra le bollette con i contratti da 3, 4,5 e 6 kW sono dello stesso ordine di grandezza.
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